Villa Estense, ritrovata dopo 50 anni l’insegna della vecchia scuola: era finita nel Bresciano
Il Comune riporta a casa l’insegna dell’istituto di meccanica e agraria che ha formato centinaia di artigiani
Dopo un lungo giro tra mercatini dell’usato e annunci sui social, è tornata a casa l’insegna della Scuola Meccanica Agraria di Villa Estense, simbolo di un’epoca in cui l’istituto formava i futuri artigiani della Bassa padovana.
Tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’80, questa scuola, voluta nel 1957 da don Mario Gastaldi, ha rappresentato un punto di riferimento per muratori, falegnami, elettricisti, idraulici e anche per agricoltori e giardinieri, offrendo un’istruzione che garantiva una “vita indipendente e dignitosa”.
Un pezzo di storia che ora sarà conservato nell’archivio-museo di Villa Estense, a testimonianza del ruolo fondamentale che l’istituto, situato un tempo in via Mazzini, ha avuto nel contrastare l’emigrazione verso la Lombardia e la Svizzera e nel creare opportunità e professionalità sul territorio.
Il ritorno a casa
Qualche giorno fa, la targa, alta circa un metro, è finalmente arrivata in Comune, accolta dagli storici del paese. «Attorno a questa scuola si sono sviluppate molte vicende positive, ed era importante conservarne la memoria storica», continua il sindaco. «Sono stati moltissimi gli artigiani che si sono formati tra i suoi banchi e laboratori, ma soprattutto è anche un simbolo della visione culturale che aveva il parroco dell’epoca».
La scuola era stata voluta infatti per contrastare la massiccia emigrazione verso altre regioni o all’estero, fenomeno che negli anni ’50 interessava la Bassa padovana, un territorio che offriva poco lavoro e per lo più mal pagato.
Il fondatore
Ispirandosi agli insegnamenti di don Giovanni Bosco, oggi santo, don Mario Gastaldi avviò corsi professionali che in breve tempo ottennero il riconoscimento dall’Ufficio Provinciale del Lavoro. Successivamente, la scuola divenne una succursale dell’Istituto professionale per l’Agricoltura di Montagnana.
Per comprendere il successo dell’istituto, basti pensare che, nel 1962, erano iscritti 180 ragazzi, molti dei quali percorrevano oltre 40 chilometri al giorno in bicicletta dai paesi limitrofi. Secondo quanto riportato da don Gastaldi in un libro di memorie, in tredici anni la scuola accolse 2.500 studenti: «In pochi anni l’emigrazione cessò quasi completamente, perché i giovani, qualificati, potevano rimanere accanto alle proprie famiglie. Anzi, alcuni di loro divennero piccoli artigiani, impresari e imprenditori, assumendo come apprendisti nelle loro aziende i giovani del Centro in cui si erano addestrati», scriveva don Gastaldi.
E così oggi la memoria di questo capitolo di storia e società sarà testimoniato ancora a lungo dalla ritrovata insegna. —
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