Villafranca piange Filippo, morto nello schianto

VILLAFRANCA PADOVANA. Non è ancora stato fissato il funerale di Filippo Fassina, il giovane di 28 anni vittima di un pauroso incidente stradale lungo la regionale 308 del Santo a Borgoricco mercoledì mattina, al ritorno da una notte di lavoro. La sua Polo si è scontrata contro un’autocisterna, forse per un colpo di sonno. Il magistrato non ha ancora rilasciato alla famiglia il nulla osta per la sepoltura: ieri sera, intanto, nella chiesa di Taggì di Sopra, i familiari e gli amici si sono ritrovati per recitare il rosario.
Siccome è stata disposta l’autopsia, probabilmente la famiglia non sarà in grado di organizzare la cerimonia funebre prima della prossima settimana: la madre comunque assicura che il funerale sarà celebrato a Taggì di Sopra, dove si era trasferita da oltre vent’anni con i figli.

Sulle pagine Facebook dei genitori e dei fratelli si susseguono messaggi di vicinanza e di cordoglio in un momento in cui non ci sono parole in grado di lenire un dolore così immenso. Si condividono le foto dei momenti felici, con i familiari e gli amici: il fratello Marco lo saluta con un “Fi sorridi sempre anche da lassù” cui il più fratello più piccolo aggiunge «Lui ci vuole sorridenti come lo era lui, io ne sono certo».
Filippo aveva finalmente trovato un’occupazione stabile alla stamperia Grafica Veneta di Trebaseleghe, dove il titolare era intenzionato ad affidargli una mansione di responsabilità. Aveva trovato anche una ragazza, con cui aveva iniziato a frequentarsi: aveva detto spesso, ultimamente, agli amici di organizzare un incontro così da presentargliela. «Purtroppo non ce n’è stato il tempo» raccontano gli amici, che hanno per lui parole di ricordo affettuose. «Era un ragazzo sempre sorridente e mai arrabbiato con nessuno» dicono, «pronto ad aiutare d'impulso chiunque vedesse in difficoltà. Tante volte lo vedevamo indossare gli stessi vestiti di Marco, la sua stessa biancheria come fossero due gemelli, strappandoci sempre un sorriso dalla bocca e tra di noi ci chiamavamo “cognatini”. “Ciao vecio, bevi qualcosa?”: Filippo esordiva spesso con questa frase, sempre con il sorriso e con due occhi blu pieni di gioia e felicità. Cresciuti assieme, tra motorini e serata, festa e musica, mai un litigio, mai una incazzatura, buono e generoso sempre con tutti. Filippo era un ragazzo solare, estroverso e amava la compagnia e con lui le risate non mancavano mai ed erano sempre accompagnate da quel sorriso e quegli occhi azzurri in grado di cambiarti umore. Ci mancherai. Ciao Pippo». Filippo ha avuto l’incidente alla fine del turno di notte, mentre tornava a casa del padre a Vigodarzere, dove si era trasferito da circa un mese, per essere più vicino alla fabbrica.
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