Visite parenti ad orario libero al Sant’Antonio e in provincia

L’orario di visite nei cinque ospedali della provincia di Padova si amplia. Da oggi è possibile visitare i pazienti ricoverati nei reparti di Medicina, Geriatria e Lungodegenza dalle 11.30 alle 21, con una finestra aggiuntiva dalle 7.30 alle 8.30. L’iniziativa, unica nel suo genere in Veneto, si intitola “Humanitas, porte aperte in corsia”. Nelle strutture ospedaliere Sant’Antonio a Padova, Immacolata Concezione di Piove di Sacco, Madre Teresa di Calcutta di Schiavonia e negli ospedali di Cittadella e Camposampiero, a qualunque ora del pomeriggio, i cittadini possono liberamente recarsi in reparto per salutare il proprio caro. Gli orari rigidi, i giri a vuoto in ospedale, le porte chiuse, i “no” degli infermieri, le interminabili attese, sono destinati a diventare un ricordo. L’iniziativa, a firma del nuovo direttore generale dell’Usl 15, 16 e 17, Domenico Scibetta, è stata presentata ieri all’ufficio della direzione generale in via Scrovegni. Presenti anche Patrizia Benini, direttore sanitario Usl 16 e Silvia Pierotti, direttore sanitario Usl 17. «L’idea mi è venuta ascoltando le richieste dei ricoverati», spiega il dottor Scibetta, «a metà agosto mi sono recato in un reparto di degenza dell'ospedale Sant’Antonio e mi sono fermato a salutare un paziente anziano. Quando gli ho chiesto cosa c’era da migliorare, il signore ha espresso il desiderio di far entrare la moglie che aspettava fuori». La sperimentazione sui nuovi orari di visita a Medicina, Geriatria e Lungodegenza durerà sei mesi e riguarda 555 posti letto sul totale di 1.658 posti degli ospedali delle tre Usl padovane. In futuro l’iniziativa si estenderà anche ai reparti di Chirurgia e Rianimazione. «Il progetto nasce dalla considerazione che tutti, da ricoverati, torniamo un po’ bambini e cioè impauriti, indifesi e bisognosi di vicinanza fisica, di attenzione e di umanità tangibile», sottolinea il dottor Scibetta; «Abbiamo pensato di ampliare l’orario delle visite perché la compagnia e l’empatia agevolano la guarigione, innescando energie positive, migliorando concretamente la degenza degli assistiti che non devono sentirsi reclusi né subire la struttura ospedaliera e le sue regole rigide. Vorremmo fare in modo che chi è in cura possa avvertire che l'ospedale lo sta accompagnando, sollecitando il più possibile un’accoglienza che sia veramente tale».
Elisa Fais
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