«Vo’, salviamo l’antica pieve di Boccon» La frazione lancia l’appello e raccoglie fondi

L’edificio, di cui si hanno notizie sin dal ’200, è chiuso da tre anni ed è invaso da colombi, acqua e piante infestanti
Gianni Biasetto

il caso

«Salviamo l’antica pieve di Boccon dall’abbandono e dal degrado». Lo chiedono a gran voce i residenti della frazione del Comune di Vo’. Il timore è che chiesa dedicata alla Natività della Beata Vergine Maria, chiusa da tre anni, dove molti di loro hanno ricevuto i sacramenti, vada persa.

UNA STORIA ANTICA

Del monumento di proprietà della Curia padovana si hanno notizie fin dal 1297, quando l’edificio era una chiesa a cui erano soggette tutte le parrocchie minori del Comune di Vo’ e perfino quella di Santa Giustina di Castelnuovo di Teolo. L’edificio è stato rinnovato nel 1932 e nel 1966, con la nascita della parrocchia di Vo’ centro, ha perso il ruolo di fulcro della comunità vadense. «Ci piange il cuore vederla in quelle condizioni», affermano alcuni parrocchiani. «I vetri delle finestre rotti permettono ai colombi di entrare dentro e sporcare, le grondaie sono colme di foglie e invase dalla vegetazione e l’acqua che tracima entra in chiesa. Con l’andar del tempo, se non si interviene, l’umidità prenderà il sopravvento e farà crollare l’intonaco interno delle pareti».

al lavoro un comitato

Che la chiesa stia a cuore agli abitanti della frazione di Boccon lo dimostra il fatto che ultimamente un comitato ha promosso una raccolta fondi per riparare la centralina che aziona le campane e l’orologio della torre campanaria. «Nel 2019 il parroco dell’unità pastorale di Vo’, di cui fa parte anche la comunità parrocchiale di Boccon, aveva incaricato un tecnico per conoscere l’importo necessario per un primo lotto di restauri» aggiungono i parrocchiani «È evidente che nonostante la buona volontà degli abitanti del posto alla cifra necessaria non arriveremo mai. Speriamo che la Curia si attivi per trovare il modo di risolvere il problema». La pieve di Boccon costituisce un’opera architettonica di rara bellezza, inserita nel versante ovest degli Euganei, perfettamente incastrata nel contesto paesaggistico. È stata abbandonata a causa dell’espansione urbanistica verso la parte piana del Comune, che ha ridotto di parecchio il numero di residenti del romantico borgo contornato di vigneti. —

Gianni Biasetto

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