Volunia doveva sfidare Google ma fu un grande “tecno-flop”
Nel 2004 Massimo Marchiori era stato inserito tra i cento giovani ricercatori più innovatori al mondo. Ma la sua carriera ha subito uno stop inatteso quando il progetto del motore di ricerca “social” Volunia, lanciato nel 2012, è fallito miseramente appena due anni dopo il via.
Nei suoi studi aveva ideato “Hyper Search”, un motore di ricerca che basava i risultati non soltanto sui punteggi delle singole pagine, ma anche sulla relazione che lega la singola pagina con il resto del web. Uno studio che era poi stato utilizzato da Google per migliorare la ricerca sulla rete.
Per questo Marchiori aveva sognato di poter “sfidare” il colosso fondato da Larry Page. E l’idea era quella di una ricerca basata non solo più sul ranking delle pagine ma anche sulla condivisione in pieno stile social.
La presentazione, il 6 febbraio 2012, in un’aula del Bo si è pero rivelata quasi un disastro, con una diretta streaming traballante e un videoproiettore che non funzionava.
Poi sempre peggio, tanto che una prestigiosa rivista ha inserito Volunia tra i più grandi tecno-flop del 2012. Un’iniziativa terminata addirittura con un divorzio duro con i suoi soci e la sua estromissione dal progetto.
Marchiori ha poi fatto tesoro dei suoi errori: ha lanciato una sorta di decalogo dedicato agli startupper (gli errori da evitare per una startup), scritto a partire dalla sua esperienza poco felice.
Ha poi scritto nel 2015 il libro «Meno Internet più Cabernet» dove mette insieme divulgazione scientifica, storia della tecnologia, sprazzi di poesia e filosofia.
Infine l’ultima creazione, nel 2017, il sito Negapedia.org, per monitorare i conflitti nell’informazione. Marchiori ha infatti creato un algoritmo che ha analizzato i cambiamenti di 5 milioni di voci dell’enciclopedia on-line commentate da oltre 30 milioni di utenti in tutto il mondo dal 2001, anno in cui Wikipedia è stata fondata e lanciata da Jimmi Wales e Larry Sanger, ad oggi. Ne è venuto fuori un quadro del conflitto e della negatività sulla rete. Ancora una volta anticipatore, visto quello che sarebbe arrivato dopo tra haters e fake news. —
C.MAL.
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