Vuoti i negozi Trony di Rubano e Albignasego

RUBANO. I negozi Trony in provincia di Padova sono vuoti: negli scaffali la merce non c’è più da mesi e i punti vendita si stanno man mano svuotando. Dovrebbero passare a una nuova gestione, ma sul futuro dei negozi e soprattutto dei lavoratori non c’è ancora alcuna certezza. Giusto ieri c’è stata una ennesima riunione di alcuni dipendenti con un sindacato. A provare a chiamare il negozio Trony al centro commerciale Le Brentelle di Sarmeola di Rubano, partiva il fax e non rispendeva nessuno. In quello situato in Strada Battaglia ad Albignasego invece rispondeva un’operatrice che confermava che sì, stavano svuotando gli scaffali, ma sarebbero rimasti aperti perché in fase di subentro. Scaffali desolatamente vuoti anche nel punto vendita di Conselve. Quale catena entrerà al posto di Trony? Qualcuno parla di Unieuro, altri di Euronics (che hanno assorbito entrambi alcuni negozi a Roma), ma conferme non ce ne sono e i lavoratori sono preoccupati che nel subentro non tutti loro vengano riassorbiti. Disorientati pure i clienti, che iniziano a domandarsi del perché la merce non arrivi sugli scaffali. Purtroppo il marchio Trony sta attraversando da alcuni anni una fase difficile, sfociata ora nell’annuncio della riduzione del personale per far fronte al calo di fatturato e nell’avvio della procedura di mobilità per alcuni dipendenti. Gli incontri fra proprietà, sindacati e anche ministero sono in corso in questi giorni. I negozi Trony sono gestiti per lo più da Dps e da Frc: è quest’ultima ad aver avviato la procedura di mobilità e per far fronte alla situazione sta valutando appunto la cessione dei punti vendita di Veneto, Lombardia e quello di Alessandria ad un concorrente. Altri punti vendita sono passati in gestione a Vertex, che starebbe però attraversando una crisi di liquidità in quanto le assicurazioni non le avrebbero garantito il credito, creando problemi con i fornitori. Ancora diverso il caso di Roma, i cui otto punti vendita erano gestiti dal Gruppo Edom: lo scorso marzo, nel corso dell’operazione “Cigno nero” della Guardia di finanza, vennero arrestati tre amministratori, accusati di bancarotta fraudolenta e di aver distratto ingenti somme di denaro dal patrimonio del gruppo, causandone il fallimento. (cri. s.)
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