Zilmet, operai in strada no al taglio di 1.400 euro

LIMENA. Erano quasi 300 i dipendenti della Zilmet di Limena ieri mattina in sciopero contro un taglio del contratto del secondo livello che i sindacati stimano intorno ai 1.400 euro annui. Dopo quasi 6 mesi di trattativa i lavoratori dei 4 stabilimenti di Limena e quello di Bagnoli dell’azienda leader nel settore del condizionamento e dei vasi ad espansione (poco meno di 400 lavoratori circa) hanno scelto così la via della protesta bloccando a singhiozzo, tra le 9 e le 12, la Statale del Santo fra l’hotel Crown Plaza e la sede centrale della Zilmet. «La trattativa ha visto un muro contro muro insanabile - spiega Anna Zanoni, funzionario della Fiom che segue l’azienda - e ci siamo visti costretti a scegliere lo sciopero. Sono passati oramai quasi sei mesi da quando l’azienda ha dato la disdetta del contratto integrativo proponendo solamente un premio legato alla presenza». «Contratto, Contratto» scandivano nel frattempo a gran voce i lavoratori, riuniti in corteo e poi davanti ai cancelli della sede. «Per gente che prende a fatica di 1.400 euro al mese, 120 euro in meno fanno la differenza - hanno spiegato gli scioperanti-. Una differenza che per noi significa bollette pagate o non pagate, assicurazioni della macchina in ritardo o, per chi ha famiglia e un solo stipendio in casa, la possibilità di dare ai nostri figli la sicurezza di poter studiare». Ma non è solo una questione economica quella che i dipendenti di Zilmet chiedono sia inserita nella trattativa ma anche le questioni relative a una salubrità del posto di lavoro caratterizzato da molte malattie professionali. «Vogliamo poter discutere serenamente dei carichi di lavoro - spiega Zanoni - ma soprattutto delle patologie che colpiscono gli addetti alla produzione che sollevano pesi consistenti durante l’orario di lavoro». (r.s.)
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