Zio abusava sessualmente della nipote quindicenne

PADOVA. Era la nipotina prediletta. Quello zio sembrava volerle un gran bene. Tanto che, spesso, si offriva di accompagnarla ovunque volesse. Uno zio che, invece, per due anni aveva abusato sessualmente della ragazzina che stava diventando donna sotto i suoi occhi: ecco perché cercava ogni occasione buona per violare la sua intimità e la sua anima. Il pubblico ministero Giorgio Falcone ha chiuso l’inchiesta a carico di un sessantatrenne residente nella Cintura padovana, sollecitando il processo a suo carico. Ieri davanti al gup di Padova, Cristina Cavaggion, i genitori della vittima hanno presentato un’istanza per costituirsi parte civile. In merito a quell’istanza e alla richiesta di rinvio a giudizio, il giudice si pronuncerà il 6 ottobre.
A fatica la vittima era riuscita a confidare tutta la sua sofferenza e gli abusi che era costretta a subire. Tutto era cominciato quando aveva 15 anni in casa dei genitori: era estate e faceva caldo. Lei aveva un vestitino leggero, senza calze. Lo zio s’era seduto accanto a lei e non c’era nessuno. In quel momento lo zio le aveva infilato le mani sotto gli abiti, sopra e sotto, calpestando prepotentemente e all’improvviso la sua innocenza. E lasciandola sgomenta. Senza parole. Senza la minima capacità di reagire, bloccata dalla paura. Ecco la sua “prima volta”, terribile e scioccante, alla quale ne erano seguite, purtroppo, altre nel corso della stessa estate. Lo zio aveva chiesto e ottenuto di accompagnare la nipotina in una casa di famiglia in una località turistica: durante una sosta, un’altra violenza. Poi ancora in vacanza dove, per qualche giorno, l’uomo era stato ospitato, accolto dai genitori dell’adolescente con affetto e disponibilità, mentre lui tradiva la loro fiducia. E lì era successo anche di peggio perché aveva cercato di farsi coinvolgere in quelle “carezze”. La ragazzina era riuscita ad allontanare la squallida e infernale presenza dalla sua vita. Finché, l’anno scorso, il sessantatreenne è tornato alla carica. E di nuovo le ha messo le mani addosso. Ma lei, forse più matura e consapevole, finalmente è riuscita a ribellarsi. Ecco come è nata la segnalazione e l’inchiesta che, ora, rischia di mandare a processo quello zio-orco.
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