Zonin fa shopping a Milano con la moglie

MILANO Nel pieno della bufera che ha travolto la Popolare di Vicenza, di cui è stato per 17 anni padre-padrone, mercoledì Gianni Zonin si è concesso una passeggiata, a braccetto con la moglie, lungo Via Montenapoleone a Milano. Vale a dire la strada con i negozi di moda più costosi d’Italia, frequentata da facoltosi turisti arabi o russi.
La location in cui viveva Giuseppe Verdi, che passeggiando lungo questa strada ha trovato l’ispirazione per il Nabucco, e dove sono soliti transitare cantanti, attori e vip internazionali di passaggio a Milano. Qui in pochi comprano, ancor meno sono coloro che visitano le abitazioni dei poeti ottocenteschi Carlo Porta e Tommaso Grossi, ma una passeggiata lungo i 450 metri di questa strada è una gioia per gli occhi e il portafoglio di chi ama il lusso sfrenato, nonché la garanzia per i volti noti di vedere la propria foto sui media. Non a caso, proprio ieri, sul web sono comparse le foto della soubrette Melissa Satta mentre passeggiava tra i negozi in compagnia del marito Kevin Prince Boateng, calciatore ex l Milan.
I professionisti dello scatto hanno invece mancato Gianni Zonin, riconosciuto però da vari passanti, che hanno condiviso le foto sui social. Camicia bianca, barba fresca di taglio e aria serena: così appare in uno degli scatti. Zonin. Un’espressione simile a quella dei personaggi della pellicola di Carlo Vanzina, non a caso intitolata proprio “Via Montenapoleone”, per indicare le persone ricche nel portafoglio, ma povere di valori, che animavano la via dello shopping meneghino negli anni Ottanta.
Peccato che Zonin, dopo essersi spogliato di tutte le proprietà a beneficio dei figli, oggi sia nullatenente. Ma quel che più stupisce è, appunto, la scelta di passeggiare lungo la via del lusso proprio mentre dipendenti, azionisti, obbligazionisti dell’istituto che ha a lungo guidato sono sospesi tra la conta dei danni subiti e l’incertezza sul futuro. Le foto di Zonin e consorte hanno fatto montare la rabbia e rinfocolato le polemiche sull’intervento dello Stato per garantire la via d’uscita dalla crisi delle due banche nordestine (l’altra è Veneto Banca). Anche perché il corso della giustizia per accertare le responsabilità individuali nel dissesto degli istituti di credito è tremendamente lento.
Se n’è fatto interprete Enrico Zanetti, deputato di Scelta Civica. «Zonin che fa shopping in via Monte Napoleone con la moglie è la foto di un Paese in cui la magistratura non fa il suo lavoro. Tanto vale chiudere il Tribunale di Vicenza, perchè evidentemente è come se non ci fosse. Vergogna totale», scrive Zanetti su Facebook.
Zonin per ora ha sul groppone solo una condanna Consob da 370mila euro per illeciti nella vendita di azioni alla clientela, quando il valore veniva fissato in 62,50 euro cadauno, prima del tracollo verticale che avrebbe portato all’azzeramento. Il nuovo management nella primavera scorsa ha presentato al tribunale di Venezia un atto di citazione in cui chiede a Zonin e ad altri 31 ex dirigenti di risarcire 2 miliardi di euro, per “una delle più eclatanti debacle finanziarie del dopoguerra”. Ma non sarà facile trovare un seguito, perché il più importante imprenditore vitivinicolo in Italia si è nel frattempo spogliato di ogni proprietà, a beneficio dei figli. Un patrimonio che i danneggiati sperano di aggredire chiedendo la revocatoria degli atti notarili relativi a donazioni e compravendite. Sempre che riescano a dimostrare l’intento fraudolento delle transazioni.
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