Ztl a Padova, i negozianti furibondi e Giordani apre un tavolo

PADOVA. Pronti alla serrata, a spegnere le luci dei loro negozi, a raccogliere firme, a convocare gli stati generali e perfino a piantare picchetti sotto Palazzo Moroni ma, infine, disponibili a sedersi al tavolo con Giordani e Lorenzoni. Sono i commercianti del centro storico, sul piede di guerra e imbufaliti dalla proposta, lanciata sabato scorso dal vicesindaco, di chiudere 24 ore su 24 i varchi elettronici e imporre un pedaggio alle auto per entrare in centro città.
Il terremoto provocato da Lorenzoni è riuscito a riunire in poche ore tutte le diverse anime presenti tra gli esercenti padovani, che in passato si erano spesso scontrate “politicamente” e divise su molti temi legati alle loro attività. L’idea di rafforzare la Ztl non li convince affatto, e per questo ieri molti di loro si sono riuniti nelle sede di Ascom in via Zabarella, con l’obiettivo di confrontarsi e preparare un piano da controproporre all’amministrazione. Anche sigle storicamente nemiche ad Ascom come l’Acc di Massimiliano Pellizzari hanno partecipato (c’erano anche Appe, Sotto il Salone e Borgo Altinate), confermando che questa battaglia proveranno a combatterla insieme.
A fare da capopolo, Patrizio Bertin: «Non c’è più tempo, Padova rischia di diventare come Asiago, dove fai avanti e indietro venti volte per vedere dieci negozi», le parole del presidente di Ascom «vogliamo essere coinvolti in queste decisioni, e anche se siamo consapevoli che il nostro problema non sono solo le Ztl, non possiamo rimanere tagliati fuori. La nostra città vive di commercio, ma servono subito dei parcheggi, perché a parte il sabato e la domenica, ormai è morta. Se vogliamo fare il salto di qualità dobbiamo guardare a modelli come quello di Verona, perché bisogna mettersi in testa che anche l’auto è un bene comune. Iniziamo dalla Prandina e facciamoci subito un park».
Dopo Bertin hanno preso la parola molti altri commercianti, tra i quali proprio Pellizzari che ha evidenziato come la proposta di Lorenzoni sia in linea con il suo programma politico: «Lo aveva promesso in campagna elettorale, perché non avete letto i programmi prima di votare?», ha chiesto alla sala «non gli si può contestate nulla perché è coerente con quello che aveva annunciato. Ovvio che noi siamo del tutto contrari, e per questo che bisogna seppellire l’ascia di guerra tra noi e unirci in questa protesta. È in gioco il futuro di tutte le nostre attività».
Durante la riunione c’è stato anche qualche momento di tensione. Alcuni negozianti vedono infatti la possibile chiusura totale della Ztl solo come uno dei motivi per cui le attività rischiano di morire, aspirando quindi ad una visione meno provinciale e ad un rilancip del centro dal punto di vista culturale. Altri hanno difeso Lorenzoni, convinti che la pedonalizzazione possa portare più persone in centro. La maggior parte però rimane ostile ed ha affidato ai rappresentanti la trattativa (anche su questi non erano tutti d’accordo). E proprio durante l’assemblea, Bertin ha ricevuto la convocazione a Palazzo Moroni dall’assessore al commercio Antonio Bressa.
Alle 16 il presidente di Ascom ha varcato l’ingresso del municipio, accolto anche da Lorenzoni e dal sindaco Sergio Giordani (che, da alcuni partecipanti all’assemblea, era stato accusato di essersi dimenticato di essere un commerciante e un socio Ascom). Dopo un’ora di colloquio Bertin è uscito soddisfatto e con la promessa che nessuna decisione sarà imposta dall’alto, ma negoziata in un tavolo a cui parteciperanno anche le associazioni di categoria.
«Questa amministrazione vede da sempre il dialogo con i cittadini, le categorie economiche e le associazioni come elemento fondamentale della propria azione politica, strumento essenziale per indirizzare l’azione di governo della città. Anche nel quadro del riordino della Ztl questo sarà un elemento chiave», ha precisato in serata Palazzo Moroni attraverso una nota.
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