A Padova i Brit Floyd accendono il mito

PADOVA. I Brit Floyd faranno rivivere l’emozione di un concerto dei Pink Floyd, sabato 5 novembre alle 21 al Gran Teatro Geox di Padova. Un incredibile spettacolo di musica e di luci in omaggio a uno dei più importanti gruppi della storia rock. Abbiamo intervistato Damian Darlington, leader, chitarrista e cantante dei Brit Floyd.
La scaletta?
«Una particolarità del nuovo tour sarà la versione integrale di “Echoes”, la suite tratta da “Meddle” che dura più di 20 minuti. Poi, eseguiremo brani da “The Dark Side Of The Moon”, “Wish You Were Here”, “The Wall”, “A Momentary Lapse Of Reason” e “The Division Bell”».
Ci saranno delle canzoni dell’era di Syd Barrett?
«Non in questo particolare show ma abbiamo suonato canzoni di Barrett nel passato, come “See Emily Play” e “Astronomy Domine”, che torneremo a riproporre l’anno prossimo».
Luci ed effetti speciali?
«Porteremo sul palco un light show davvero speciale con un impianto luci da oltre un milione di dollari. Naturalmente non mancherà lo schermo circolare con dei video progettati appositamente per lo spettacolo».
Ci saranno anche il maiale volante di “Animals” e l’aeroplano di “The Dark Side Of The Moon”?
«Non abbiamo l’aeroplano ma ci sarà il maiale».
Come mai avete intitolato il tour “Space & Time Continuum”?
«“Continuum” perché il nuovo spettacolo rappresenta la continuità dello “Space & Time” tour dell’anno scorso. “Space” si riferisce al fatto che i fan chiamavano la musica dei Pink Floyd Space Rock. E infine “Time” perché sono 50 anni da quando i Floyd cominciarono a essere una band».
È stato arduo ricreare il suono dei Pink Floyd?
«È stata una sfida. I Pink Floyd sono stati dei pionieri sotto molteplici aspetti ma particolarmente per il lavoro in studio dove realizzarono cose che nessuno prima aveva mai fatto, creando mondi sonori differenti per ogni disco. Inoltre avevano un meraviglioso feeling nell’interpretare le canzoni e ricrearlo non è stato facile. Tutti gli aspetti dello spettacolo necessitano di un lavoro fatto con amore».
Gilmour ha detto che può ottenere il suo suono anche con una chitarra e un amplificatore economici, cose ne pensa?
«È vero che se tu prendi esattamente la chitarra di Gilmour e il suo equipaggiamento non per questo avrai la certezza di ottenere il suo suono. Per avere quel suono ci devi lavorare molto. Il musicista è importante quanto un setup di qualità, ci deve essere un rapporto equilibrato tra i due aspetti. Io non ho esattamente il suo stesso equipaggiamento, ho un setup moderno che mi permette di ricreare quel suono vintage ma ci vuole molto lavoro per programmare gli effetti e imparare a suonare con un suono comparabile a quello di Gilmour».
C’è chi sostiene che Roger Waters abbia un’incredibile tribute band dei Pink Floyd con musicisti che replicano il suono di Gilmour, Wright e Mason.
«Waters ha scritto molta di quella musica, è stato la chiave di molti dischi dei Pink Floyd, quindi la sua non può essere considerata una tribute b
and».
Qual è il suo disco preferito dei Pink Floyd?
«“The Wall”. È stato il primo che ho ascoltato per intero. Ed è sempre stato il mio preferito».
Le piacerebbe suonare dal vivo la suite orchestrale di “Atom Heart Mother”?
«Sarebbe sicuramente una sfida interessante anche perché è qualcosa che non ho mai suonato. Ho suonato solo alcune delle altre canzoni dell’album, come “Fat Old Sun” e “Summer ’68”. Mi piacerebbe molto se ne avessi la possibilità».
Biglietti su zedlive.com, prezzi da 30 a 132,25 euro (interi.
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