Addio all’attrice Valeria Valeri la signora del palcoscenico

Era la signora del palcoscenico, con ruoli non marginali anche nel cinema, ma per il grande pubblico televisivo Valeria Valeri, scomparsa lunedì a Roma all’età di 97 anni, è stata soprattutto la mamma di Gian Burrasca-Rita Pavone (“Il giornalino di Gian Burrasca”, diretto dal neo-oscar alla carriera Lina Wertmuller, nel 1964) e la nonna investigatrice Caterina di “Una famiglia in giallo” (2005) e delle molte altre soap nazionali, da “La famiglia Benvenuti” (1968-1969) a “Un posto al sole” e “Un medico in famiglia”, passando per “Disperatamente Giulia” (1990), diretta dal suo compagno Enrico Maria Salerno.
Il talento
Ma Valeria Valeri è stata soprattutto una grande attrice di teatro, duttile e versatile come sono le interpreti che hanno nel proprio repertorio, alternandoli senza problemi, i ruoli brillanti quanto lo spessore drammatico. Nata Valeria Tulli l’8 dicembre 1921, dopo aver partecipato a un concorso per annunciatrice radiofonica in Rai – classificandosi seconda, ma rinunciando al posto – Valeri approda al palcoscenico nel 1948, debuttando a Forlì, città che nel 2015 le diede per questo la cittadinanza onoraria. Entra nella compagnia di Andreina Pagnani, Gino Cervi ed Ernesto Calindri, nella quale interpreta “Ondine” di Jean Girardoux, la Porzia dello shakesperiano “Il mercante di Venezia”, Cechov e Dostoevskij.
L’esordio in tivù
È del 1950 l’esordio sullo schermo, con “Lo zappatore” di Rate Furlan, a fianco di Gabriele Ferzetti. Subito dopo essersi unita alla Compagnia del Teatro Stabile di Genova e poi agli Associati, con Ivo Garrani, Giancarlo Sbragia ed Enrico Maria Salerno, Valeria si lega a quest’ultimo anche sentimentalmente avendo da lui la figlia Chiara, attrice e doppiatrice a sua volta. Perché oltre a teatro, cinema e televisione nella vita di Valeria vi è stato anche il doppiaggio delle star hollywoodiane, com’era consuetudine un tempo nei grandi attori di prosa. Tra le principali attrici vanno ricordate almeno Julie Andrews e Natalie Wood, Ellen Burstyn e Maggie Smith, Anne Bancroft e Marina Vlady e molte puntate di “Beautiful” e “Capitol”. Negli anni ’60 si alternerà fra teatro e cinema. Nel primo reciterà ne “La vita è sogno” di Pedro Calderòn, con Alberto Lupo e Gianrico Tedeschi, ma anche in “Baciami, Alfredo! ”, “Alfa Beta” , “Occupati di Amelia! ” , “L’anatra all’arancia” (con Alberto Lionello, nel ruolo che al cinema andò a Monica Vitti, a causa di un infortunio in scena), “Anche i bancari hanno un’anima” con Gino Bramieri e “La vedova scaltra”. Mentre nel secondo è scelta per piccole parti in pellicole leggere come “Lo scippo” (1965) di Nando Cicero con Paolo Ferrari, celebre invece per i suoi famosi caroselli in cui cercava invano di scambiare un fustino di Dash per altri due anonimi.
I film
Il cinema non avrà troppo spazio per gli impegni sempre più pressanti che il teatro le imponeva: una decina le pellicole interpretate in ruoli secondari, anche qui di genere molto vario, da un film del terrore di Mario Bava, “Operazione paura” ad altri certamente più impegnativi come “Le stagioni del nostro amore” di Florestano Vancini o “Io e Caterina”, dove è la moglie di Alberto Sordi. Con Ferrari ha dato vita a un longevo sodalizio artistico, che vede tra l’altro sulle scene “Fiore di cactus” di Barillet e Gredy e “Vuoti a rendere” di Maurizio Costanzo, “Sinceramente bugiardi”, portata in tournée per tre anni e nella quale recita insieme alla figlia Chiara, “Gin Game” e “Il diario di una cameriera” dove ritrova Giancarlo Sbragia. Diretta dai maggiori registi del teatro italiano – al Goldoni di Venezia portò la commedia “Colpo di sole” nel 1995, regia di Ennio Coltorti – Valeri ha mostrato un coraggio indomito e una lucidità d’altri tempi, continuando a recitare fino a tre anni fa.
I funerali si celebreranno oggi, alle 11.30 nella Chiesa degli Artisti di Roma. —
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