Brent de l’Art, il canyon delle Prealpi è una mappa a colori

Una gola tortuosa e il torrente che scorre: nella roccia si possono leggere i segreti di sedimenti millenari 

SANT'ANTONIO TORTAL (Belluno). Un corridoio di meraviglia, inciso dall’acqua e levigato dal tempo. Una gola tortuosa tra pareti colorate di mille tonalità di rosso e di grigio da sedimenti millenari. E il torrente che scorre, trasparente e vivace, nella forra che ha scavato tra prati pianeggianti e boschi di latifoglie.

Creando un autentico canyon nelle Prealpi Bellunesi, che oltre all’incanto del luogo offre un’immersione nella storia geologica delle Dolomiti, tra i Brent (che sta per “brentana”, il massimo flusso di un corso d’acqua) de l’Art (del torrente Ardo).

42836668 - heart in the rocks
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I vortici

Il Torrente Ardo di Sinistra (da non confondere con quello di Belluno, che nasce invece alle sorgenti della Schiara) è un affluente del fiume Piave che ha iniziato la sua opera di scavo naturale più o meno diecimila anni prima di Cristo (glaciazione wurmiana). Anche se nelle anse più strette e curve dei Brent si trovano ancora facilmente sassi ruvidi di forma quasi sferica, che vorticano in cerchio sulle pareti rocciose continuando a modellarle, amplificando anche il riecheggiare dello scorrere delle acque.

Sulle sfaccettature del canyon si può leggere l’azione dell’Ardo che ha inciso la scaglia cretacea, come una mappa geologica del tempo: la “Scaglia Rossa” è la roccia formatasi nel Cretaceo Superiore (90- 65 milioni di anni fa) da calcari argillosi e marne che hanno creato un materiale facilmente erodibile ma con una buona stabilità verticale, mentre la “Scaglia Cinerea” è formata da calcari argillosi e marne grigio cenere. Ma se questa è solo la scala dei colori che si alternano sulle pareti: la luce delle diverse ore del giorno e delle diverse stagioni amplifica la tavolozza in una varietà di tonalità dalle sfumature infinite.

Per ammirare questo prodigio geologico, una volta arrivati a Sant’Antonio di Tortal e lasciata l’auto (parecchi i parcheggi disponibili), si affronta prima una stradina asfaltata tra le case, poi un pianeggiante sterrato che in dieci minuti conduce alla piazzola in località Calcherola, da dove comincia un sentiero a gradoni in discesa che arriva al ponte di legno all’imbocco del Brent Grande.

Con consapevolezza

Se già affacciandosi da qui lo spettacolo è assicurato, avviandosi lungo la mulattiera che porta in Val di Botte si possono vedere ancora altri orridi e formazioni rocciose, come lo stretto Brent della Val di Botte e quello della Val Crosentana. Per chi non se la sente di affrontare il percorso, le forre del Brent della Val di Botte si possono anche vedere dall’alto, prendendo il sentiero che sale a destra dell’Ardo per circa 70 metri, fino a quando il fondo ghiaioso diventa lastricato.

Sia in estate che in inverno (con lo spettacolo offerto dal ghiaccio), sono diverse le possibilità di visita. Ma per chi non è esperto, il consiglio è quello di fermarsi in prossimità del ponte, prima del quale si trova anche una bacheca informativa. Per escursioni più avventurose è preferibile essere ben addestrati alla montagna, oppure farsi accompagnare dalle Guide Alpine locali (dolomitiguides.com). 

 

IL COLPO D'OCCHIO

Alcuni Brent si possono ammirare anche da strade di Trichiana: dal ponte delle Valli si apprezza quello di Confos, e sotto il ponte delle Donne si apre quello di Campedei. Per ulteriori informazioni, i volontari della Pro Loco di Trichiana gestiscono il nuovo info-point in località Melere e organizzano anche visite guidate ai Brent de l’Art. (prolocotrichiana.it). 

IL GIRO DELLE VILLE

La Val Belluna ha da sempre rappresentato un passaggio strategico tra bellunese, trevigiano e quindi verso Venezia. Anche per questo, il suo territorio è disseminato di ville venete, che si possono ammirare seguendo l’anello del Giro delle Ville (circa 12 km), ideato per mountain bike ma piacevole anche a piedi o in automobile. (dolomitiprealpi.it). 

LE PASSEGGIATE

Oltre ai Brent de l’Art, tutta l’area di Trichiana riveste un grande interesse ambientale, con le zone umide di Pranolz e Busnador e l'area fluviale del Ponte di San Felice percorsi da numerosi sentieri di facile percorrenza. Per le gambe più allenate, imperdibile l’ascesa del monte Frontal (1246 m) da cui si ammira un grandioso panorama sulla Val Belluna. 

IL PONTE

Il ponte di legno all’imboccatura del Brent Grande è stato per secoli il collegamento tra la parte alta di Mel e Trichiana, nonché la via d’accesso alle “calchere”, le fornaci per la produzione da cui prende anche il nome la zona in cui sorge. Distrutto dalla piena del 1966, fu ricostruito solo una dozzina d’anni fa, rendendo molto più accessibile l’intera area. 

 

Dove: i Brent de l’Art si raggiungono solo a piedi: l’auto si lascia a Sant’Antonio di Tortal, frazione di Borgo Valbelluna.

Come: l’escursione è piuttosto semplice, ma alcuni tratti sono ripidi e un po' scivolosi: sono indispensabili calzature adeguate. 


 

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