C’è poco pubblico, Ligabue “taglia” gli stadi A Padova biglietti ancora per tutti i settori

A Bari e Pescara coperto solo un terzo dei posti, il palco spostato a centro campo per nascondere i vuoti sugli spalti



Il debutto, il 14 giugno allo stadio San Nicola di Bari, è stato da 20 mila paganti, su una capienza di 55 mila persone. Palco spostato a metà del prato, pubblico dirottato dalle tribune alla curva. Con annesse polemiche. Un flop? Certo le aspettative erano ben altre. Lo ammette lo stesso Ligabue, che su Facebook scrive che «in alcuni stadi, a questo giro, l’affluenza di pubblico è inferiore alle previsioni dell’agenzia». Ma c’è anche da dire che Ligabue il San Nicola non lo aveva mai riempito. Anzi, non ci aveva mai suonato, essendo sempre passato per l’Arena della Vittoria, che ha una capienza di 19 mila persone.

È andata un po’ meglio al San Filippo di Messina. Anche lì il numero si aggira tra le 15 e le 20 mila presenze, ma la capienza è decisamente inferiore. Altri problemi potrebbero presentarsi all’Adriatico di Pescara, domani sera. C’è chi parla di appena 8 mila biglietti venduti (su 20 mila disponibili) e difatti è arrivato il comunicato ufficiale di Friends & Partners per un nuovo assetto del palco, che sarà collocato ancora una volta di fronte alla curva, con gli spettatori con il tagliando per la tribuna di nuovo dirottati in curva.

E la situazione per le prossime date? Rosea non è, soprattutto per quanto riguarda i concerti del 25 giugno al Franchi di Firenze e del 2 luglio all’Olimpico di Torino: date per le quali non è fantasia ipotizzare un riassetto del palco simile a quello già visto a Bari e che presto vedremo a Pescara. Padova, invece, sembra resistere. Certo, le vendite all’Euganeo hanno conosciuto momenti migliori, in tribuna ci sono ancora diverse file vuote e sul sito di TicketOne è possibile trovare biglietti per tutti i settori. Ma alla data mancano più di due settimane: sarà il 9 luglio.

Prezzi popolari

C’è chi motiva il calo di affluenza ai concerti di Ligabue con l’aumento dei costi dei biglietti, ma è difficile immaginare che sia questa l’unica risposta. In una contemporaneità in cui il prezzo della musica dal vivo ha conosciuto un aumento verticale (e spesso non giustificato), gli show di Ligabue – tra i “top di gamma” – continuano a rimanere tra i più “popolari”. Si può assistere al concerto padovano già con 35 euro; a San Siro, addirittura con 29. Insomma, niente a che vedere con i 90 euro di partenza + prevendita (300 per l’anello numerato del primo settore) spesi tre giorni fa per Phil Collins al Forum di Assago. E allora le motivazioni probabilmente vanno ravvisate in un mix di ingenuità e sovrastima.

Quello che frequenta gli stadi è un pubblico vasto e necessariamente “generalista”. Fatto spesso da ragazzi che decidono di tenersi da parte i soldi per uno, due concerti a stagione. E quest’anno c’è il tour sulle spiagge di Jovanotti, il record di sei San Siro di Vasco Rossi, più tutti i big stranieri. Senza voler fare confronti tra artisti: da una parte, però, dei concerti-evento; dall’altra un tour negli stadi, come già ce ne sono stati e come ancora probabilmente ce ne saranno.

Annuncio tardivo

Se aggiungiamo che la tournée di Ligabue, tra le più grosse dell’estate 2019, è stata l’ultima a essere stata annunciata, già troviamo una spiegazione. Probabilmente sarebbe stato sufficiente diminuire il numero degli stadi. Mentre, con la stessa probabilità, erano in previsione dei raddoppi. Storicamente è sempre successo con l’annuncio della data del venerdì, in attesa di quella del sabato. E quindi avrebbero dovuto raddoppiare Bari, Milano e Roma. E magari Bologna. E invece ovviamente di raddoppi non ce ne sono. E poi, regola “non scritta” nella musica: in un tour, l’artista si trascina quanto raccolto durante il tour precedente. E ricordiamo che la tournée precedente – enorme: 52 date – è stata “falcidiata” dai problemi di salute di Ligabue, costretto a posticiparla di sei mesi. Il tour, tra l’altro, era stato trainato da un disco, “Made in Italy”, non tra i più amati dell’artista. Tante piccole cose che, unite, aiutano a spiegare un fenomeno tutto sommato prevedibile. C’è chi parla senza mezzi termini di flop, ma una tournée negli stadi èin grado comunque di radunare decine di migliaia di persone ogni sera. —



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