Dai roghi simbolo della rinascita alla festa green senza la pira

Lo storico: «Nella nostra provincia è sempre stata diffusa la piroea paroea» Record a Camposampiero, fra oggi e domani ci sarà un falò per ogni contrada
BELLUCO.BEFANA SANTA CROCE BIGOLINA
BELLUCO.BEFANA SANTA CROCE BIGOLINA

“La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte”: una donna vecchia, trasandata, come l’anno appena andato in archivio. «Sta qui il senso della vecia», spiega Giancarlo Argolini, decano della Pro loco di Cittadella e storico cultore delle tradizioni locali. «L’origine della Befana è legata ad elementi di folclore pre-cristiani, che poi sono stati recepiti dalla tradizione cristiana. C’erano usanze agrarie pagane legate alle stagioni e la vecchia diventava pronta per essere bruciata come il passato da lasciare alle spalle, tutto era destinato a rinascere con l’anno nuovo».

La befana conserva il suo appeal nel Medioevo, un periodo che valorizza le dodici notti fra Natale e l’Epifania, ovvero la “manifestazione della divinità” di Gesù agli uomini. «In particolare viene valorizzato l’arrivo dei Re Magi che giungono a Betlemme per portare i doni al Bambino. Non riuscendo a trovare la strada, che poi sarebbe stata indicata dalla stella cometa, secondo il racconto popolare, chiesero informazioni ad una vecchia che non uscì di casa per accompagnarli. Poi la donna si pentì e preparò un cesto di dolci, si mise a cercare i Magi, ma non riuscì a trovarli e così si fermò ad ogni casa donando dolcetti a ogni piccolo che incontrava, sperando fosse Gesù Bambino». Argolini ricorda che «da noi è sempre stata diffusa la piroea paroea e poi pinza, vin brulé e calze, questa tradizione nel trevigiano si chiama Panevin ed è ancora molto sentita. Si dà fuoco a sterpaglie e poi si guardano le faville, se vanno in un verso o in un altro si capisce se l’annata sarà più o meno buona. Nella mia infanzia il Natale dei regali non esisteva, è stata un’importazione dagli americani. I regali arrivavano con la mattina del 6 gennaio. Nelle calze c’erano frutta, canditi, carbone, il formaggio». A Cittadella la befana per antomasia è diventata quella di Santa Croce Bigolina, che arriverà stasera, nella piazza della frazione, alle 20. 30, vestita da dama medievale in onore degli 800 anni della fondazione della cinta muraria. A Grantorto invece, la festa è stasera a partire dalle 20. 30 nella struttura “El Filò” degli impianti sportivi di via Sant’Antonio. Salta però il tradizionale falò: la Pro loco, in sintonia con le indicazioni provinciali dell’Unpli ha sospeso qualsiasi rogo. Per le stesse motivazioni nemmeno a Camazzole di Carmignano di Brenta si brucerà la befana: al posto della pira, un semplice braciere per rievocare la tradizione. È record, invece di falò a Camposampiero dove “a vecia” si brucerà in cinque contrade. Si comincia stasera alle 20.30 in via Deledda, località S. Marco, alla stessa ora la vecia brucerà anche a Straelle nel campo di via Castagnara, vicino allo svincolo della 308, mentre domani la befana arriverà alle 17 nella sede del comitato Centoni di via Fabris con accensione della piroea paroea alle 17. 50 e, sempre alle 17, a Casere nella sede del comitato. Chiuderà la cinquina il comitato Babelli-Ferrari, in viale Venezia, con l’arrivo dea vecia alle 18 e falò previsto alle 19 di domani. —

Silvia Bergamin

Paola Pilotto

Francesco Zuanon

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