Dal salone dei Vescovi al tinello dei dottori: in visita al Museo Diocesano
PADOVA. Per chi ancora non conosce il Museo Diocesano, la visita organizzata dal nostro giornale insieme al Comune, nell’ambito del nel ciclo “Tesori di Padova”, sarà l’occasione ideale per scoprire uno dei luoghi di cultura più prestigiosi e significativi della città. Ad accompagnare i visitatori alla scoperta dei segreti del palazzo vescovile, nei due turni di venerdì sera e domenica mattina, saranno il direttore del museo Andrea Nante e il conservatore Carlo Cavalli.
Fondato nel 1973 dal vescovo Girolamo Bortignon come “Museo Diocesano d’Arte Sacra San Gregorio Barbarigo”, per conservare le opere d’arte del territorio diocesano, l’attuale Museo Diocesano deve la sua nascita al Giubileo del Duemila, che consentì il recupero di una parte del palazzo per renderla disponibile come sede espositiva.
«In questi diciotto anni», spiega Andrea Nante, «il museo si è affermato come punto di riferimento per il panorama culturale non solo di Padova, ma di tutto il territorio diocesano. E questo grazie anche a una serie di progetti di recupero del patrimonio storico-artistico locale. Una serie di affondi nella storia dell’arte del territorio che hanno messo a disposizione del pubblico alcune opere, permettendo di diffonderne la conoscenza».
Il fulcro del palazzo è il monumentale salone dei Vescovi, al piano nobile, che Pietro Barozzi, vescovo tra il Quattro e Cinquecento, fece decorare con i ritratti dei primi cento vescovi di Padova, da Prosdocimo, che diffuse il cristianesimo in Veneto, a se stesso.
Pare che in origine il salone avesse una copertura a carena di nave come il palazzo della Ragione, poi distrutta da una tromba d’aria. Quella attuale porta al centro lo stemma di papa Clemente XIII, che fu vescovo di Padova dal 1743 al 1758.
Dopo la caduta della Repubblica di Venezia il palazzo fu occupato dalle truppe francesi e questo rese necessario un importante intervento di restauro. Il percorso museale comprende anche la Cappella di Santa Maria degli Angeli, affrescata da Prospero da Piazzola e Jacopo da Montagnana, al quale si deve il trittico dell’abside. Situata al primo piano, la sala San Gregorio Barbarigo era chiamata “il tinello dei dottori” perché il vescovo, nel ruolo di cancelliere dell’Università, vi conferiva le lauree dagli studenti. Oggi la sala è sede di esposizioni temporanee.
Per una coincidenza, sabato e domenica prossima si svolgono in tutta Italia le giornate dei Musei ecclesiastici, promosse dall’associazione Aimei.
Nel Padovano, oltre al museo diocesano, sarà aperto il Museo Paradiso nella parrocchia del Duomo di Piove di Sacco, il cui progetto è stato curato da quello di Padova. Il museo diocesano ha intessuto una serie di collaborazioni con i privati per i progetti di recupero e col mondo della scuola, soprattutto per la rassegna di illustrazione “I colori del sacro”, che ha cadenza biennale ed è dedicata ogni volta a un tema di importanza universale, rivolgendosi anche ad un pubblico adulto.
Proprio in questi giorni sta per prendere il via la nuova edizione. Conclusa da poco la mostra “Il corpo”, si sta preparando la decima edizione, il cui tema sarà “La casa”, che culminerà con la mostra del 2020, ventennale del Museo. —
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