“Eco” concerto di Laura e Biagio vestiti e strumenti di spazzatura

La spazzatura ci seppellirà. O forse no. Forse saremo capaci di trasformarla fino a realizzare vere e proprie opere d’arte. Scart, il progetto di riciclo creativo del Gruppo Hera, ci è già riuscito. Dopo la mostra dello scorso novembre al San Gaetano, tornano gli scarti di lavorazione industriale e, niente meno, salgono sul palco di uno dei concerti più attesi del palinsesto musicale dello stadio Euganeo: il duetto di Laura Pausini e Biagio Antonacci. I due artisti saranno a Padova sabato e i costumi e le scenografie sono tutti ricavati da scarti di lavorazione industriale delle aziende padovane: in città c’è infatti una delle stazioni di stoccaggio del Gruppo Hera grazie ad AcegasApsAmga. Scart è la coniugazione che non ti aspetti: è la sostenibilità ambientale declinata in concreto con il valore aggiunto del gusto estetico; è l’esperimento avventuroso di nuovi percorsi artistici; è un modello virtuoso che insegna che rispettare l’ambiente è bello.
borchie e zip
Grazie alle sapienti mani della costumista Claudia Tortora, aiutata da alcuni studenti dell’Accademia di Costume e moda di Roma, i costumi per la band, per il quartetto d’archi e in parte per il coro e i ballerini, a cominciare da collari e bustini, derivano da scarti di cuoio e minuterie metalliche di varia provenienza, frange di pelle e centinaia di zip. Inoltre, portano la firma di Scart, le lavorazioni di abbellimento che sono state realizzate, vien da sé, con scarti di lavorazione come sfridi di pelle, bottoni e guarnizioni.
scenografie
E poi c’è il capitolo scenografia. Buona parte dei due grandi ritratti di Laura e Biagio, che hanno letteralmente trasformato il grande pianoforte a coda (due piani uniti e posti di fronte l’uno all’altro), sono stati realizzati con gli scarti delle industrie, fra le altre, padovane e venete.
Le artigiane delle Accademie di belle arti di Bologna e Firenze si sono servite di piccoli ritagli di cuoio e pelle per dare colore alle sfumature del volto della cantante e della sua giacca, sulla quale sono state applicate molte minuterie metalliche. Mentre un fiume di perline ha illuminato gli occhi e la bocca dell’artista e i bottoni ne hanno definito i capelli. Per il ritratto di Antonacci sono state usate placche di metallo – con sfumature bronzee e oro – per il volto; perline per gli occhi e una pioggia di petali di fiori finti per la T-shirt. Inoltre le scaglie di plastica riciclate, provenienti esclusivamente dall’azienda trevigiana Aliplast, hanno definito le sfumature di colore della giacca. Tutto al 100% “monnezza”. «Abbiamo iniziato a lavorare con i rifiuti di scarto negli anni ’90», racconta il responsabile di Scart, Maurizio Giani, «ed eravamo guardati come soggetti borderline. Oggi vantiamo una collezione con oltre novecento pezzi tra costumi di scena, quadri, sculture, elementi di arredo, strumenti musicali, abiti e lampade fatti al 100% di scarti di lavorazione industriale. Sul palco siamo arrivati grazie a Luca Tommassini con il quale abbiamo collaborato per il concerto di Bocelli a Lajatico, X Factor e Amici». Un successo tutto italiano, molto padovano, che due anni fa è stato premiato dal ministro Franceschini come unico progetto al mondo per dimensioni e continuità. Una seconda chance per gli scarti che invece hanno ancora molto da dire. —
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