Fernando: «Non era espansivo nella vita figurarsi con la “figlia” Mariangela»
«Con gli anni era diventato sempre più chiuso e non credo si volesse molto bene. Di recente sono stato nello stesso ospedale dov’era lui. Mi avevano raccontato che non voleva restare ricoverato, che...

2310/2015 Roma. Festa del Cinema di Roma, decima edizione. Photocall omaggio/tribute ai film di Fantozzi. Nella foto Paolo Villaggio, Anna Mazzamauro e Plinio Fernando
«Con gli anni era diventato sempre più chiuso e non credo si volesse molto bene. Di recente sono stato nello stesso ospedale dov’era lui. Mi avevano raccontato che non voleva restare ricoverato, che non si dominava con il cibo e che non prendeva le medicine. Era come se volesse fare in fretta ad andarsene. Ero preparato al peggio, non è stata una sorpresa». Chi parla è Mariangela, la figlia di Fantozzi, ovvero l’attore caratterista Plinio Fernando. Per anni, visto che ci abita la sorella, Plinio-Mariangela (nella foto con Villaggio ) è stato un po’ cittadino di Treviso. È qui che ci siamo conosciuti. Con papà Fantozzi, Plinio non ha avuto mai un grande feeling. «Lui quello che c’era nel copione lo aveva scritto e lo sapeva, mentre io e
la signora Vukotic (la signora Pina Fantozzi) ci trovavamo di più a ripassare e a chiacchierare. Villaggio nei primi anni era più divertente, poi era diventato chiuso, amaro, era difficile entrare nella sua guardia. Era sempre stato un po’ spinoso, ma con il tempo si era chiuso sempre più. Di lui posso dire che è stato un bravissimo attore e che sul set è sempre stato impeccabile e intelligente. Salce come regista è stato grande, ma devo dire che con Neri Parenti ognuno di noi ha potuto sfogare di più la verve creativa. Lui soprattutto, ma anche io». Si erano visti, l’ultima volta, due anni fa. «L’appuntamento è stato al Palazzo del Cinema per la Festa del Cinema di Roma: eravamo lui, io e l’Anna Mazzamauro. Ecco, con lei, la mitica signorina Silvani, ho sempre avuto un rapporto molto più personale che con Villaggio. Il quale, certo, in Italia rappresentava un attore e un autore di riferimento, un po’ come lo sono stati Tognazzi e Gassmann, ma non un compagnone all’americana. Credo che di lui mi sia mancata un po’ di apertura in più, un po’ di confidenza, anche se condividevamo spesso il set. Del resto non era espansivo neanche con i figli veri, figuratevi con Mariangela, la figlia di Fantozzi. La sua preparazione era indubbia e l’ho sempre rispettato per questo, ma l’aspetto umano lo ha svelato solo a pochi capaci di capirlo». (t.f.)
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