Giro vorticoso di muscoli e gonne È la potenza dei dervisci rotanti

È un uomo che non passa inosservato. Ha charme: barba lunga, capelli che sfiorano le spalle, fisico atletico e un movimento così leggero che ha tratti sembra fluttuare. Ziya Azazi è un ballerino di origini turche, ma figlio di un’Europa contemporanea che parla il linguaggio universale dell’arte internazionale. Questa sera sarà all’Agorà del San Gaetano (21.15) a Padova e porterà in città le danze della tradizione sufi interpretate in chiave attuale. È l’ultimo weekend di spettacoli per la 21ª edizione di Prospettiva Danza Teatro, il progetto del Comune realizzato con il Circuito teatrale Arteven, che si avvale della direzione artistica di Laura Paulin. Due le performance di questa sera: “Azab” e “Dervish in progress”. Due lavori influenzati dal Sufismo che propongono i dervish rotanti: una vorticosa giostra che gira con un ritmo serrato in senso antiorario. «Dervish rotanti - spiega Ziya con una calma ipnotica - parlano del cammino di colui che è ubriaco d’amore di Dio». «Non sono religioso, penso che religione, razza, etnia, siano “miti” che gli uomini hanno usato per unire le persone - dice ancora - Allo stesso modo però possono dividere. Io scelgo di vedere la vita con profonda libertà e mi sento estraneo alle discriminazioni». «Questo è un lavoro di tanti anni - aggiunge - Dervish è un percorso che passa da quattro porte: la legge, il cammino, la consapevolezza e il discernimento. “Azab” descrive lo sforzo dell’uomo di attraversare le prime tre porte. Questa parte del viaggio termina con il riconoscere noi stessi sulla porta del discernimento». “Dervish in progress” parte proprio da qui: «Riflette la gioia di conoscere e andare oltre noi stessi, condividendo questo momento – che può essere di trance – con il pubblico. Le rotazioni aumentano e con loro la consapevolezza meditativa. Ed ecco l’estasi. È un lungo lavoro che mi ha liberato dalle apparenze. Ho iniziato a ballare girando vorticosamente 20 anni fa, non ho mai smesso ed è sempre un lavoro in progress. Presto ho incontrato altre persone, che volevano imparare e ho cominciato a spiegare loro il ballo e la sua filosofia». Con un approccio scientifico, da ingegnere quale è, laureato ad Istanbul. «Quando giri su te stesso il tuo corpo è sotto sforzo – continua – ma la tua mente va oltre, oltre la tua memoria, oltre i tuoi pensieri, oltre il tuo inconscio». Mentre parla Ziya narra una storia e sembra che non ci sia nulla di più importante che sapere cosa succederà dopo. Lo spettacolo dura un’ora (con pausa di 15 minuti) e la suggestione è potente. Il giro delle gonne e di quegli uomini che sono fasci di nervi, muscoli e sinapsi, sembra avvolgere tutto e tutti. «Raggiungi il tuo profondo e le gonne rappresentano estensioni stesse del corpo, ma anche strati di vita – religione, etnia, provenienza – che eliminiamo fino a rimanere trasparenti e completamente liberi». —
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