I grandi film sul giornalismo ogni giovedì al Fronte del Porto

PADOVA. Grandi film sul grande schermo, il formato per il quale sono stati creati e dove per una volta tornano grazie all’iniziativa del nostro giornale in partenza giovedì prossimo 12 aprile al Fronte del Porto filmclub, la sala 8 pubblica del Porto Astra al Bassanello (via S.Maria Assunta), con Quarto potere (Citizen Kane) di Orson Welles, il più bello di tutti.
Lo sguardo del cinema sul giornalismo per raccontare una professione e celebrare assieme ai lettori padovani 40 anni del Mattino.

Questa fra le molte iniziative pensate per condividere un traguardo con chi sceglie il nostro quotidiano per essere informato ogni giorno. Appuntamenti gratuiti con capolavori del genere a punteggiare il fascino e le trasformazioni di questo mestiere e dell’editoria nel corso dei decenni in cui storia del cinema e dell’informazione hanno viaggiato parallele.
Titoli importanti, toni leggeri e drammatici alternati in un calendario che opta per il giovedì sera (ore 20.15) quale appuntamento fisso per le prossime settimane.
La lettura del critico. Li avete già visti, magari in televisione o sullo schermo di un computer? Rivederli al cinema fa tutto un altro effetto? Non li avete visti? Vi siete persi qualcosa. Ma, soprattutto, vi aiuteremo a "decifrarli". Le proiezioni saranno infatti precedute dal racconto del critico cinematografico Marco Contino, che vi fornirà il backstage e gli elementi per capire meglio ciascuna pellicola.
Biglietti gratuiti, come si fa? Appuntamenti gratuiti, ma per i biglietti? Serve collegarsi a questo link dove trovate il titolo del film in programmazione, il giorno, l’ora e un contatore di posti ad esaurimento come al botteghino delle sale.
Premete sul pulsante azzurro “ottieni biglietto”, iscrivetevi con pochi dati (generalità e mail di riferimento), scegliete se volete 1 o massimo 2 poltrone e, appena ricevuto l’ok, visualizzate il biglietto da stampare. E con quello in mano dove solo venire al Fronte del Porto.
I primi film in sala. Il calendario di aprile vede nell’ordine: Quarto potere (Citizen Kane) di Orson Welles (1941); Prima pagina (Front page) di Billy Wilder (1974) il 19 aprile, Professione Reporter (The passenger) di Michelangelo Antonioni (1975) il 26 aprile e giovedì 3 maggio Cronisti d’assalto (The paper) di Ron Howard.
Prenota qui "Quarto potere"
Quarto potere. Il primo e il più importante film realizzato da Orson Welles, atterrato a Hollywood dopo il radiodramma sulla “Guerra dei mondi” che inscenava lo sbarco alieno e i successi teatrali a New York. La biografia appena velata dell’editore Hearst qui chiamato Charles Foster Kane, intepretato da Welles e sviluppata per coro di racconti di chi l’aveva conosciuto bene.
Partendo dal letto di morte di Kane e dalla sua ultima parola “Rosabella” (Rosebud) diventata l’enigma da sciogliere per un giornalista incaricato di capirne il significato e di confezionare un cinegiornale sulla sua vita. Troverà cinque voci per cinque flashback incollati assieme dai finti “cinegiornali”.
Un bianco e nero senza grigi che pare inciso col bulino. Un giallo senza soluzione per il cronista ma svelata nel finale al pubblico; un gioco di rimandi fisici e psicologici alla realtà come il castello di Kane quasi una copia di quello ancora esistente di Randolph Hearst a San Simeon.
Nove candidature ma un solo Oscar per la sceneggiatura, dovuto alla guerra che Hearst stesso oppose all’opera di Welles. Che poi fece sempre fatica ad essere “padrone” dei propri film se non espatriando.
Prima pagina. Strana la scelta di Billy Wilder un inventore di prototipi, tanto di commedie perfette quanto iniziatore di generi come il noir (La fiamma del peccato), nel cimentarsi in un remake di un film due volte di successo: nel 1931 firmato da Milestone e soprattutto nel 1940 con Cary Grant ne La donna del venerdì in cui il giornalista protagonista è donna.
E strano perché il mondo del giornalismo l’aveva già sondato in modo drammatico nel 1951 con L’asso nella manica, quasi una profezia sulle storture della spettacolarizzazione delle tragedie quando un giornalista (Kirk Douglas) sfrutta la vicenda di un uomo intrappolato da una frana nel cuore di una montagna. Eppure in Front page, esce l’originalità di Wilder sorretto dalla rodata coppia di complici Walter Matthau (nel ruolo del direttore Walter Burns) e Jack Lemmon (Hildy Johnson) cuore comico del film.
Già dai titoli di testa, uno spot sulle rotative del giornale, il tocco di Wilder che trascina la storia dagli anni Settanta al 1929, l’epoca del suo maestro Lubitsch: architetto di commedie perfette. E si respira l’aria della cronaca giudiziaria nel caso di imputato scelto per la sua appartenenza anarchica e non certo per la colpevolezza.
Prenota qui "Professione Reporter" (da lunedì 16 aprile)
Professione reporter. Una fotografia dal gusto pittorico, una Spagna dai toni bianchi e aspri dell’Andalusia, un panorama del 1975 non devastato dal turismo, in Professione reporter le scelte stilistiche di Antonioni si esaltano; i silenzi si espandono ma Jack Nicholson riempie la scena. Il reporter annoiato che interpreta sceglie di cambiare vita sostituendosi a un uomo morto che gli somiglia.

Magico il piano sequenza finale di 6 minuti con la cinepresa che passa attraverso la grata di una finestra per mostrare l’arrivo della polizia e l’epilogo finale. Con un gioco di carrucole, una grata segata e 11 giorni di lavorazione. Arte e artigianato abbracciati in un epoca priva di computer.
Cronisti d’assalto. Cast stellare (Michael Keaton, Robert Duvall, Glenn Close) per l’esperimento di Ron Howard di raccontare il giornalismo attraverso 24 ore di una giornata di routine lavorativa e famigliare, in cui ogni momento può spezzare l’inerzia e far diventare speciale quel giorno. Scoprendo poi che lo speciale è anche nella routine del giornale.

Buona visione.
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