«In “Ciao Cuore” canto tutta la mia vita con un pensiero speciale ad Aldrovandi»

Il cantautore Riccardo Sinigallia sarà venerdì sera al New Age Club di Roncade per presentare il suo ultimo album 

intervista



“Torneranno i mostri per cercarci e balleremo insieme”. Uno dei versi più belli di “Ciao Cuore”, brano di Riccardo Sinigallia contenuto nell’omonimo nuovo album del cantautore romano, è dedicato alla figlia. Un disco di grande maturità stilistica, per l’ex componente dei Tiromancino; quello sempre più in ombra, rispetto a Federico Zampaglione. Tra dediche alle “donne di destra” e canzoni d’amore magistrali come “Niente mi fa come mi fai tu”, Sinigallia, giunto alla quarta prova da solista, sarà sul palco del New Age Club di Roncade venerdì sera.

La cover del disco: un fabbricato e una bambina in primo piano. Che cosa rappresentano?

«Quando ho finito di missare l’album, mi è venuta l’idea di provare a simboleggiare le mie canzoni attraverso persone, personaggi e oggetti che fanno parte del mio quotidiano. Ogni brano appartiene a qualcuno e quella ragazzina con la maglietta è mia figlia».

Quel è il filo conduttore del suo ultimo lavoro?

«Come al solito è una raccolta fotografica, direi radiografica, di un periodo della mia vita. Ho il limite, lo percepisco così, di saper scrivere solo canzoni che mi riguardano; uno spazio per me, che parla del mio cerchio. Il trait d’union è l’introspezione, musicalmente trova una specie di habitat naturale nei miei momenti di scrittura; non c’è mai nulla di programmato, non riesco a fare dischi pensando prima a che cosa voglio dire. Nasce tutto sull’onda del momento».

“Che male c’è”, un pezzo per Federico Aldrovandi. Come è nato?

«Un giorno di tanti anni fa, Valerio Mastandrea venne da me con pagine appassionate scritte per Federico e la sua storia. Ci ho messo tanto tempo per cimentarmi nella composizione e nella rielaborazione del testo, ma alla fine dopo qualche anno è uscita questa canzone che è rimasta nel cassetto e nella mia testa per un bel po’. Forse per una mia forma di pudore, di reticenza, nel pubblicarla, svanita dopo aver parlato con la madre di Federico, Patrizia».

L'attualità: adolescenti e musica trap. È un rapporto destinato a durare?

«Non vedo una grande differenza rispetto al passato. La trap, a livello stilistico e musicale, è stata una novità ma non così differente da quel che furono il rock’n’roll, il punk, il twist, il rap o la rave; sono fenomeni di ogni epoca, che coinvolgono moltitudini. Quelle stesse masse che scelgono i propri rappresentanti musicali. Inizialmente la trap era sconvolgente, poi è diventata un cliché da classifica. Ingenuo è chi si mette a seguire queste scie».

È un assiduo frequentatore del Primo Maggio a Roma. Come vedi l’attuale situazione italiana?

«Il Primo Maggio l’ho sempre vissuto come una manifestazione musicale, non politica. A San Giovanni non si respira aria di palazzi, ma voglia di stare insieme per fare festa. Per quel che riguarda quel che sta accadendo in Italia, credo sia impossibile isolare il discorso dal contesto mondiale, visto l’imbarbarimento del sistema capitalistico. Un fluire della storia che ci ha visti, spessissimo, auto-ritrarci in modo grottesco. Da parte mia e di tanti è in atto una piccola resistenza quotidiana e domestica».

Inizio concerto alle 22, biglietti a 15 euro più prevendita su Mailticket o venerdì sera alle casse del New Age. —



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