La motocicletta tra passione e design L’architettura della velocità

MARGHERA
Un viaggio nella storia, sfrecciando su due ruote. Lanciando l’immaginazione sulle forme aerodinamiche del motociclismo o guidando la memoria nei mezzi che negli anni si sono posti talora come fenomeno di costume, simbolo di gioventù, coraggio, spensieratezza e anticonformismo, diventando in qualche caso un vero e proprio testimonial del fermenti culturali del Novecento.
È quello che propone “Motocicletta. L’architettura della velocità”, mostra dedicata a una delle tante sfumature dell’arte del made in Italy - con qualche incursione in ambito straniero - a Forte Marghera. La rassegna, a cura di Marco Riccardi e con la direzione scientifica di Gabriella Belli, propone 41 pezzi esclusivi, suddivisi in otto “capitoli - Scooter, Elettrico, Sportive, Heritage, In Africa, Le moto fondamentali, Pezzi d’autore, Ardite e raffinate - pensati come una carrellata tra le più famose forme aerodinamiche. Non a caso la motocicletta nel XX secolo ha rappresentato un oggetto del desiderio in grado di coniugare estetica e dinamismo, design e tecnologia, potenza e velocità. Per questi mezzi che hanno affascinato cantori e artisti (come i futuristi), sono stati spesi fiumi di parole e colore.
Nelle otto isole, scooter dallo stile inedito come l’americano Salsbury, moto super sportive di ieri e di oggi come i capolavori di Ducati e Aprilia, da Gran Premio storiche come la Gilera 500 quattro cilindri o la Moto Guzzi 8 cilindri del 1957, modelli che hanno conquistato titoli mondiali e che costituiscono mito e leggenda del genio dei progettisti italiani, sino ad arrivare alle ultime tendenze della tecnica come le sportive elettriche di Energica che verranno utilizzate per gareggiare il prossimo anno sugli stessi scenari della MotoGP.
Ci sono poi pietre miliari della storia della motocicletta come la Honda CB750, la quattro cilindri giapponese che ha rivoluzionato nel 1969 la stessa concezione di moto sportiva, o pezzi d’autore come l’Aprilia Motò del guru del design Philippe Starck e all’inedito scooter Lama che si deve alla stessa matita del designer francese. Per arrivare a pezzi monumentali come le tedesche Mars e Megola degli anni Venti, quest’ultima con motore stellare nella ruota anteriore o la mastodontica Böhmerland costruita dal 1926 al 1938 nella Repubblica Ceca, una moto lunga tre metri.
Non manca il retaggio delle grandi enduro che hanno attraversato l’Africa per diventare le moto preferite dai turisti.
In mostra anche due “sculture” che rappresentano il simbolo della velocità e della tecnologia: la prima è un’installazione in bianco marmo di Carrara, disegnata dal Centro Stile di Ducati e ispirata alla Panigale, intitolata “Fortitudo mea in levitate” (“la mia forza è nella leggerezza”). L’altra viene da Aprilia ed è stata realizzata da Marco Lambri, responsabile del design Piaggio.
La rassegna, infine, ospita anche uno spazio legato alla sicurezza con la campagna “Scontato Proteggersi” della rivista Motociclismo: esposte le eccellenze sul fronte dei capi salvavita, per incentivare l’uso di prodotti protettivi certificati. —
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