La musica che viene dalla storia e porta fino allo stato di trance
The Master Musicians of Jajouka Led By Bachiar Attar saranno protagonisti, oggi alle 21 ad Argo 16, Marghera. La formazione maschile di musica tradizionale marocchina, si è affermata con il grande pubblico occidentale grazie a uno storico album prodotto da Brian Jones dei Rolling Stones nel 1968, un anno prima della sua morte ma pubblicato solo nel 1971. Si tratta di “Brian Jones Presents The Pipes of Pan at Jajouka”.
I musicisti, che sono depositari di un’antica tradizione che conta quattromila anni, hanno attirato l’attenzione non solo di Jones ma anche di diversi esponenti della Beat Generation, del padre del free jazz Ornette Coleman, Anita Pallenberg e Marianne Faithfull.
Provenienti dal villaggio Jajouka, vicino Ksar El Kebir sui monti Rif, nel Nord del Marocco, i Master Musicians hanno conquistato il mondo con un fitto intreccio di spunti melodici e di ritmi che lentamente variano, si inseguono e si sovrappongono confluendo in un tappeto sonoro che spinge chi ascolta e danza questa musica verso uno stato di trance. Suonano strumenti tradizionali: rhaita (strumento ad ancia simile all’oboe), lira (un flauto di bambù), guimbri (un liuto a tre corde) e le percussioni tipiche del Marocco. I musicisti fanno parte della famiglia Attar, fondatrice del villaggio di Joujouka, che per molte generazioni ha fornito la musica al sultano del Marocco e a sette re. Le loro composizioni sono considerate terapeutiche, per le persone affette da malattie mentali. Il pittore e romanziere Brion Gysin ascoltò per la prima volta la loro musica insieme allo scrittore Paul Bowles al festival di Sidi-Kacem nel 1950. Poi, lo stesso Gysin nel 1968 portò Brian Jones in Marocco a scoprire la formazione musicale. Il fondatore dei Rolling Stones con l’ingegnere di registrazione George Chkiantz registrò i musicisti usando un registratore portatile Uher. Dopo di che lavorò alle registrazioni a Londra, aggiungendo degli effetti stereo. Le musiche del disco che il polistrumentista rock non fece a tempo a vedere pubblicato, visto che venne trovato morto nella piscina della sua villa il 3 luglio 1969 all’età di 27 anni, sono dedicate a Boujeloud, “Padre delle Pelli” al quale in Marocco è dedicato un rito di fertilità e di buon augurio a Capodanno. Il materiale è stato registrato dal vivo nel villaggio di Joujouka ed è stato pubblicato senza aggiunte e remix.
L’ascolto della musica dei Master richiede una partecipazione totale del corpo e della mente che è stata accostata a quella della taranta e dei rave party. Il successo a livello internazionale della formazione musicale marocchina è legata a uno degli ultimi atti della carriera di Brian Jones che nel 1968 stava vivendo un momento difficile sotto il profilo personale e dei rapporti con gli altri Rolling Stones. Fece tempo a partecipare alle incisioni di “Beggars Banquet” e di “Le It Bleed” con Mick Jagger e compagni prima di morire anche se il suo contributo a questi album fu quasi trascurabile. In quel periodo l’artista era particolarmente incline all’abuso di alcol e sostanze, problema a causa di cui fu arrestato due volte. Il suo stato di salute mentale peggiorò. L’incisione del disco dei Master Musicians of Jajouka all’epoca sembrò essere un elemento che avrebbe potuto indicare una possibile direzione della carriera di Jones, al fuori dai Rolling Stones, come produttore.
Ingresso: 12 euro con tessera Acsi. —
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