La tregua di Capodanno sulle rive del Piave inglesi e austriaci brindano con vino e caffè

Se effettivamente nel Natale del 1914 ad Ypres le truppe in conflitto abbiano stipulato una tacita tregua di Natale con tanto di partita di calcio, come raccontano ormai libri e film, è ancora in discussione. Se non altro per quel che riguarda l’entità della tregua, se realmente abbia comportato la fraternizzazione o soltanto una sospensione dei combattimenti. Ora dalle pagine del Times di domenica scorsa emerge un’altra storia, rilanciata ieri dal Corriere.it, questa volta ambientata –dice il giornale inglese- “on an Italian battlefield near Padua” (su un campo di battaglia vicino a Padova, ndr), il che fa supporre che si tratti del fronte del Piave, come del resto conferma la data in cui sarebbe avvenuta, cioè nel Capodanno del 1917.
qualche giorno prima
Non è una novità assoluta, di qualcosa del genere si era trovata testimonianza nel diario di un soldato italiano Antonio Rotunno che parlava di una grande festa austriaca qualche giorno prima, il 24 dicembre 1917, con esplicito invito da parte degli austriaci che il soldato italiano ricordava così: “O buoni italiani, lasciateci divertire tranquillamente in questa sera della vigilia di Natale! Non tirate! Non tirate alla nostra volta! Vedete? Anche le nostre batterie non tirano mica e da parecchie ore sono diventate mute! Divertitevi anche voi e buona notte!”. Questo avveniva sull’argine di Sant’Andrea di Barbarana, nnel Trevigiano, mentre a pochi chilometri di distanza, qualche giorno dopo, da quel che ha ricostruito il giornalista Matt Rudd, qualcosa del genere, e forse più esteso, succedeva anche alle truppe inglesi del Bedfordshire Regiment, appena trasferito sul fronte italiano per arginare la penetrazione dopo Caporetto.
la registrazione
La testimonianza è orale, e deriva da una registrazione effettuata da uno storico, Alfred Peacock, con un soldato del 1° battaglione del reggimento, uno dei pochi sopravvissuti. E forse il basso numero dei sopravvissuti di quel reggimento, poi trasferito sul fronte francese, è uno dei motivi per cui l’episodio è rimasto oscuro per tanto tempo. Il caporale, che curiosamente si chiama Harry Christmas, racconta in realtà qualcosa di più di una tregua di Capodanno. Perché sì, qual giorno ci sarebbe stato un festeggiamento con scambio di vino italiano e caffè tra inglesi e austriaci, ma la non belligeranza sarebbe poi continuata per alcune settimane, tanto da insospettire i comandi militari, che per questo trasferirono il Bedfordshire, reggimento storico dell’esercito inglese, sul fronte francese. La testimonianza raccolta da Peacock venne poi dimenticata e solo ora è tornata fuori, grazie alla ripresa degli studi dovuta al Centenario. Su un punto, tra l’altro, la testimonianza inglese conferma quella italiana.
Dopo Caporetto
Tutte e due segnalano una scarsa voglia, da parte austriaca, di continuare la guerra, come se dopo Caporetto, ma soprattutto dopo la brusca fermata dell’avanzata sul Piave, nei soldati austriaci, al contrario di quelli tedeschi, fosse subentrato un senso di inutilità di fronte ai ripetuti e sanguinosi attacchi. Matt Rudd racconta che neppure il figlio del soldato Christmas aveva mai saputo di questa storia, che era stata archiviata dal padre come tutta la esperienza della grande guerra, in cui il suo reggimento era stato alla lettera decimato, visto che solo 46 erano sopravvissuti. Certo quello che anche questa storia racconta è la complessità dei sentimenti in trincea. Anche perché una cosa era la famosa tregua del 1914, ad inizio guerra, altra cosa quella del 1917, che rifletteva invece la stanchezza per un conflitto che sembrava destinato a non finire mai. Forse l’aspetto più interessante della testimonianza di Harry Christmas è la sua mancanza di retorica, di enfasi, come se la sospensione dei combattimenti, l’abbraccio col nemico, non fossero poi così anomali di fronte allo sterminio. —
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