Lo scrigno dei tesori dell’archivio Benetton si svela per un giorno

Sabato la sede di Villorba apre le porte alle visite guidate esposti cinquant’anni di azienda dagli abiti alla Formula1
La porta del tempo si riaprirà sabato mattina. All’indirizzo, diventato quasi iconico, di via della Cartiera a Castrette di Villorba, storica sede della Benetton Group, il civico numero 1 svelerà al pubblico il suo scrigno di segreti, l’archivio che custodisce il patrimonio storico dell’azienda, di cui conserva ogni respiro degli ultimi cinquant’anni. Un’area di 1.300 metri quadrati, di solito a disposizione - previa richiesta ai solerti custodi - soltanto di studiosi e ricercatori, che sabato, in occasione della Settimana della Cultura d’Impresa, in tre fasce orarie (alle 9.15, alle 10.30 e alle 11.45) offrirà a tutta la popolazione una visita guidata tra gli scaffali e le stanze che hanno scritto la storia di Benetton.


Prenotare l’ingresso per sabato è obbligatorio (iscrizioni da chiedere scrivendo ad archivio.benetton@benetton.it, ingresso gratuito) e darà accesso anche alla visita guidata al percorso di mostra allestito all’interno dell’archivio. Parleranno le bacheche, che tramite immagini e riproduzioni digitali racconteranno la storia del gruppo della moda fondato nel 1965 da Luciano, Gilberto, Giuliana e Carlo Benetton. Racconteranno, in particolare, dell’intervento degli architetti Afra e Tobia Scarpa su Villa Minelli, la sede centrale di Ponzano Veneto, con foto prima e dopo il restauro. E ancora, la nascita di Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione, fondato nel 1994 su idea di Luciano Benetton e Oliviero Toscani, all’interno di un edificio - Villa Pastega Manera a Catena di Villorba - riportato agli antichi splendori dall’architetto giapponese Tadao Ando. Infine, la storia di Fondazione Benetton Studi Ricerche e Ponzano Children, centro educativo.


Nello stesso percorso di visita saranno esposti alcuni dei 124 mila materiali iconografici già censiti. Nell’archivio c’è tutto ciò che un’azienda può produrre: dai documenti cartacei alla selezione di 70 dei 12 mila capi d’abbigliamento conservati, dagli schizzi delle collezioni ai cartelli colore dagli anni Settanta e Novanta, dai bozzetti alla raccolta di punti maglia, riviste di moda, schede tecniche, filati e telini.


I visitatori potranno poi ripercorrere a ritroso i cinquant’anni di Benetton curiosando nel resto dell’archivio. Per esempio nella collezione “Comunicazione”, che include una raccolta di redazionali, cataloghi, pubblicità e altri oggetti cartacei più vicini, stavolta, all’attività di un’azienda tradizionale, come la documentazione contabile e amministrativa.


Tra uno scaffale e l’altro anche le macchine storiche di produzione, in cui i cinquant’anni di evoluzione tecnologica scorrono dalle vasche da tintura alle macchine per tessitura e da scarpe. Dall’archivio il percorso si snoderà nell’area espositiva, quella che - è facilmente intuibile - riscuoterà più consensi tra le famiglie e i bambini, visti i 16 bolidi schierati a ricordo delle imprese Benetton in Formula1, quando il gruppo trevigiano poté fregiarsi del titolo iridato (nel 1994) con un certo Michael Schumacher ai comandi. In “pole” anche l’ultimo modello a scattare al semaforo verde di un Gran Premio, nel 2001.


Nella stessa sezione anche un altro tassello della storia Benetton, le campagne pubblicitarie che ripercorrono la storia della comunicazione dell’azienda a partire da metà anni Sessanta (Toscani, ma non solo) e alcuni capi storici, tra cui la maglia disegnata dall’architetto Scarpa, per una volta prestato a un altro settore, nel 1968.


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