L’uomo di Leonardo, modello del mondo in un sogno grafico di genio e di bellezza

Esposti alle Gallerie dell’Accademia di Venezia i preziosi disegni, patrimonio del museo e prestiti, capolavori che documentano i suoi studi 
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 16.04.2019.- Inaugurazione Mostra "Leonardo Da Vinci. L'Uomo modello del Mondo". Gallerie dell'Accademia. Uomo Vetruviano.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 16.04.2019.- Inaugurazione Mostra "Leonardo Da Vinci. L'Uomo modello del Mondo". Gallerie dell'Accademia. Uomo Vetruviano.



Il ritorno dell’Uomo Vitruviano e dei suoi “fratelli”. Sei anni dopo la mostra “Leonardo da Vinci l’uomo universale”, che riproponeva dopo oltre trent’anni di assenza il nucleo dei 25 preziosi e fragilissimi disegni autografi di Leonardo da Vini conservati alle Gallerie dell’Accademia – grazie al lascito di Giuseppe Bossi – il museo veneziano torna a mostrare i suoi gioielli leonardeschi.

Allora furono esposti in tutto 52 fogli autografi di Leonardo, con altri 27 disegni provenienti dalle maggiori raccolte italiane e internazionali. Questa volta l’occasione sono le celebrazioni per i cinquecento anni dalla morte del genio del Rinascimento e il focus è soprattutto sull’Uomo Vitruviano e sugli studi sulla proporzione del corpo umano con la mostra “Leonardo da Vinci, L’uomo modello del mondo” che espone – fino al 14 luglio – nuovamente i 25 disegni di Leonardo delle Gallerie, assieme a altri dieci fogli autografi dell’artista e ad altre opere (una settantina in totale) di allievi o artisti coevi. A curare l’esposizione è, ancora una volta, Annalisa Perissa Torrini – in questo caso con Valeria Poletto – già direttrice del gabinetto di Disegni e Stampe delle Gallerie, come già per la mostra di cinque anni fa.

L’evoluzione

I disegni del fondo veneziano, il più consistente in Italia tra quelli pubblici che custodiscono le opere di Leonardo, rappresentano un excursus che va dal 1478 al 1516 e che documenta tutto l’arco della produzione artistica e delle ricerche scientifiche del genio toscano, con studi di proporzione, natura, armi, battaglie, ottica, architettura, fisica, meccanica, oltre a disegni preparatori per dipinti quali la Natività, l’Ultima Cena, il Cristo Portacroce e la Sant’Anna, di straordinaria rilevanza per la comprensione della sua evoluzione artistica.

E non a caso – al di là della sezione specifica dedicata all’Uomo Vitruviano, che dopo la mostra veneziana partirà con ogni probabilità per quella che il Louvre ha programmato in ottobre per le sue celebrazioni leonardesche – la scelta espositiva è stata quella di costruire, intorno al nucleo veneziano, un percorso cronologico nella sua produzione artistica, integrandoli con prestiti eccezionali provenienti dalla Royal Collection di Windsor Castle, dalla National Gallery di Washington, dal Fitzwilliam Museum di Cambridge. La mostra, parte da due Studi per un’Adorazione dei pastori riferibili al periodo giovanile fino alle Tre figure femminili danzanti attribuibili all’esperienza francese, momento estremo della vita dell’artista conclusasi ad Amboise il 2 maggio 1519.

le fonti

La sezione dedicata allo studio di proporzioni e di anatomia che ruota attorno al l’Uomo Vitruviano, lo accosta, oltre ad importanti fogli di Windsor, ad alcune pagine del codice Huygens dalla The Morgan Library & Museum di New York. Il codice Huygens è un manoscritto rinascimentale attribuito a Carlo Urbino da Crema che riproduce riflessioni di Leonardo sul movimento dei corpi, rilevando un pensiero sotteso al celebre foglio delle Gallerie dell’Accademia e, forse, il volume a cui il disegno era destinato.

Un approfondimento è inoltre dedicato in mostra alle fonti e ai riflessi degli studi di proporzioni e di anatomia leonardiani con l’esposizione di antiche edizioni del De architectura di Vitruvio, del Divina proportione di Luca Pacioli, del Preclarissimus liber elementorum di Euclide, del De Humani corporis Fabrica di Andrea Vesalio.

Una delle scoperte emerse con la mostra riguardo all’Uomo Vitruviano – documentata nel bel catalogo Silvana in un saggio di Francesco P. Teodoro – è che Leonardo non ha riportato con esattezza le misure e le proporzioni del “De architectura” di Vitruvio a cui il disegno si ispira perché non consulta il testo originale, ma altri codici vitruviani in parte errati e discordanti. E la “divina proporzione” che lo avvolge resta nella perfezione del disegno, pur nell’imperfezione del calcolo. —



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