Maria, quella ragazza così normale che nel nome di tutte le madri accompagna noi e i nostri peccati

Papa Francesco risponde a don Marco Pozza sui versi della preghiera. Arriva nelle librerie “Ave Maria”

Dal capitolo “Ave Maria, piena di grazia”.

Don Marco Pozza «È curioso che la biografia di Maria affondi nel silenzio, quasi che gli evangelisti volessero proteggere la privacy di questa donna straordinaria. Verrebbe da dire che Maria arriva dal silenzio come si proviene da un paese. Come si immagina, papa Francesco, le stagioni di Maria, dalla nascita a quando e stata assunta in cielo?».

Papa Francesco «Da quando è nata fino all’Annunciazione, al momento dell’incontro con l’angelo di Dio, me l’immagino come una ragazza normale, una ragazza di oggi, una ragazza non posso dire di città, perché Lei è di un paesino, ma normale, educata normalmente, aperta a sposarsi, a fare una famiglia. Una cosa che immagino è che amasse le Scritture: conosceva le Scritture, aveva fatto la catechesi ma familiare, dal cuore. Poi, dopo il concepimento di Gesù, ancora una donna normale: Maria è la normalità, è una donna che qualsiasi donna di questo mondo può dire di poter imitare. Niente cose strane nella vita, una madre normale: anche nel suo matrimonio verginale, casto in quella cornice della verginità, Maria è stata normale. Lavorava, faceva la spesa, aiutava il Figlio, aiutava il marito: normale».

Dal capitolo “Il Signore è con te”.

Don Marco Pozza «Infatti le prime parole di Maria nei Vangeli sono una domanda: come è possibile questo? Dire a una persona “il Signore è con te” è fare un’annunciazione (…). Un giorno ho incontrato una mamma, una delle mamme di Plaza de Mayo, che mi ha raccontato della figlia gettata da un aeroplano durante i voli della morte. Come si fa a trovare il coraggio di dire a una mamma a cui è stata annunciata la morte di un figlio, di una figlia, “il Signore è con te”? »

Papa Francesco «Posso dire cosa ho fatto con loro. A una mamma che ha sofferto quello che hanno sofferto le mamme di Plaza de Mayo io permetto tutto. Può dire tutto, perché è impossibile capire il dolore di una mamma. Qualcuna mi ha detto: “Vorrei vedere almeno il corpo, le ossa di mia figlia, sapere dov’è stata sepolta”. È un’esperienza terribile, quella di una donna a cui hanno strappato un figlio. Esiste una memoria che io chiamo “memoria materna”, qualcosa di fisico, una memoria di carne e ossa. Anche questa memoria può spiegare l’angoscia. Tante volte dicono: “Ma dov’era la Chiesa in quel momento, perché non ci ha difeso?”. Io sto zitto e le accompagno. La disperazione delle mamme di Plaza de Mayo è terribile. Non possiamo far altro che accompagnarle e rispettare il loro dolore, prenderle per mano, ma è difficile».

Dal capitolo “Prega per noi peccatori”.

Don Marco Pozza «E così arriviamo al verso “prega per noi, peccatori”. La storia della salvezza, papa Francesco, inizia con una domanda: “Adamo, dove sei?”. La storia di Maria inizia con una risposta: “Eccomi”. È come se la mamma rispondesse per noi, per tutte le risposte che non abbiamo dato. Però rimane un fatto: parafrasando Indro Montanelli, ci sono errori che profumano di bucato e altri che puzzano di fogna. Maria è la mamma dei peccatori, non dei corrotti (...)».

Papa Francesco «Maria non può essere la mamma dei corrotti, perché i corrotti vendono la mamma, vendono l’appartenenza a una famiglia, a un popolo. Cercano soltanto il proprio profitto, che sia economico, intellettuale, politico, di qualsiasi tipo. Fanno una scelta egoistica, direi satanica: chiudono a chiave la porta dal di dentro. E Maria non riesce a entrare. Si chiudono loro, per questo l’unica preghiera per i corrotti è che un terremoto li commuova talmente da convincerli che il mondo non è cominciato e non finirà con loro. Per questo loro si chiudono, non hanno bisogno di madre, di padre, di una famiglia, di una patria, di appartenere a un popolo. Coltivano soltanto l’egoismo, e il padre dell’egoismo e il diavolo. Maria è madre di tutti noi peccatori, dal più al meno santo. È mamma. Ricordo che mia mamma, parlando di noi cinque figli, diceva: “I miei figli sono come le dita della mano, ognuno diverso dall’altro; ma se mi pungo un dito sento lo stesso dolore che proverei se me ne pungessi un altro”. Maria accompagna la strada di noi peccatori, ognuno con i suoi peccati. “Prega per noi, peccatori” significa dire: “Sono peccatore ma tu custodiscimi”. Maria e colei che ci custodisce». —

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