Monte Baldo, salire alla Madonna della Corona

Un santuario scavato nella roccia dove si arriva inerpicandosi lungo il Sentiero della Speranza
Aerial Panorama View of Madonna della Corona Sanctuary, Italy. The Church Built in the Rock
Aerial Panorama View of Madonna della Corona Sanctuary, Italy. The Church Built in the Rock

FERRARA DI MONTE BALDO (Verona). Sicuramente non è stato un coro di angeli a portare da Rodi fin sul monte Baldo la statua in pietra dipinta di Maria addolorata, per salvarla dall’armata musulmana di Solimano II che invase l’isola mediterranea nel 1522.

La leggenda è, infatti, smentita dall’esistenza di un dipinto di una trecentesca Madonna con bambino che costituì la prima immagine venerata nell’originaria chiesetta. Ma la storia del Santuario della Madonna della Corona, incastonato tra le rocce su uno strapiombo della valle dell’Adige, è forse ancora più appassionante di quanto narrato dalla pia tradizione.



GLI EREMITI

Infatti, il luogo dove ora sorge l’ardito edificio scavato nella roccia era già stato scelto, intorno all’anno Mille, da alcuni eremiti legati all’Abbazia di San Zeno di Verona, e già nel XIII secolo esistevano un monastero e una cappella dedicata a S. Maria di Montebaldo, accessibili attraverso uno stretto e pericoloso sentiero nella roccia. Il piccolo gruppo in pietra della Pietà poi venerata come Madonna della Corona, poggia invece su un piedistallo datato 1432.

Nonostante l’impervia posizione, il Santuario ha sempre richiamato un così grande numero di pellegrini che nei secoli si sono succeduti non solo ampliamenti dello stesso, ma anche la costruzione e l’ampliamento delle scale tuttora visibili: la prima (556 gradini) che collega Spiazzi al ponte di legno di accesso a valle; la seconda, più stretta, di 234 gradini, ricavata nella roccia lungo l’originario strettissimo percorso che conduceva dal ponte alla chiesa. Nei secoli si è consolidata la devozione dei pellegrini ma anche la curiosità degli escursionisti per questo luogo di indubbio fascino anche per i meno devoti.

Così, tra il 1975 e il 1978, un nuovo necessario ampliamento indusse a scavare una grande volta nella roccia e farla diventare una parete della chiesa. Ecco spiegato l’aspetto così audace e inconsueto di un Santuario dall’aspetto piuttosto moderno, che però ha mantenuto il suo antico e irto accesso, il “Cammino della Speranza”, che sale da Brentino Belluno e attraversa il bosco tra scalinate scavate nella roccia, tornanti e capitelli, ma anche punti panoramici straordinari sulla Valdadige (circa 1500 scalini per 2 chilometri e mezzo di sentiero e 600 metri di dislivello).

IN GINOCCHIO

Alla portata di tutti, anche dei bambini, è invece il percorso creato nel 1922, con la galleria che collega il Santuario a Spiazzi: il Sentiero della Via Crucis le cui tappe sono raffigurate da croci di legno o gruppi in bronzo (un’oretta di cammino). Un regolare servizio di bus navetta, infine, conduce direttamente dalla piazza di Spiazzi ai piedi della imponente scalinata d’accesso.

E un’altra scala, volendo, attende i pellegrini all’interno del Santuario: la Scala Santa, riproduzione della scala che si trova a Roma vicino alla basilica di San Giovanni in Laterano. I suoi 28 gradini sono da salire solamente in ginocchio. Perché questo è soprattutto un luogo di raccoglimento e di preghiera. (madonnadellacorona.it).

 

GLI ORARI

Il Santuario è aperto tutti i giorni, da aprile a ottobre dalla 7 alle 19.30 e da novembre a marzo dalle 8 alle 18. Per più di tre quarti la costruzione è incuneata sotto una tettoia di roccia e l’interno è suddiviso in due parti: a sinistra si trova la piccola cappella scavata nella roccia e a destra la chiesa in stile classico, a croce latina, sormontata da una grande cupola. 

L'ARTE

Sia sul percorso della Via Crucis sia all’interno del Santuario, si possono ammirare numerose fusioni in bronzo dell’architetto veronese Raffaele Bonente, tra cui l’originale scenografia sulla parete rocciosa dell’abside, attorno all’antica statua della Pietà: la piccola immagine devozionale è circondata da una corona di spine e da cinque gruppi di angeli. 

LA SCALINATA

Per percorrere il Sentiero della Speranza, si parcheggia a Brentino e si sale fino al termine alle ultime case dell’abitato e agli antichi lavatoi in pietra bianca della Lessinia. Da lì inizia la scalinata per il Santuario, che per i primi metri è composta di gradini ben proporzionati, ma poi diventano più irregolari e difficoltosi. (sentierodellasperanza.it). 

GLI EX-VOTO

Gli ex voto custoditi nel Santuario rappresentano un autentico patrimonio storico-artistico: 167 tavolette di diverse dimensioni; la più antica risale al 1547 e rappresenta il salvataggio miracoloso di una donna che sta per annegare nell’Adige. Il più prezioso è una tela raffigurante Cristo alla Colonna, opera del 1724 del veronese Antonio Balestra. 

 

Dove: il Santuario della Madonna della Corona a Spiazzi, tra Ferrara di Monte Baldo e Caprino Veronese, uno spettacolare luogo di spiritualità tra terra e cielo.

Come: ci si arriva attraverso l’arduo Cammino della Speranza, con un sentiero più semplice o addirittura con un bus navetta. 
 

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