“Morto Stalin, se ne fa un altro”
Grottesco eppure drammatico. Farsesco ma allo stesso tempo iperreale. “Morto Stalin, se ne fa un altro” è uno di quei film di rara intelligenza, capace di raccontare la Storia a denti digrignati...

28/04/2017 New York. Tribeca Film Festival, proiezione di Le Iene in occasione del 25° anniversario del film. Nella foto Actor Steve Buscemi
Grottesco eppure drammatico. Farsesco ma allo stesso tempo iperreale. “Morto Stalin, se ne fa un altro” è uno di quei film di rara intelligenza, capace di raccontare la Storia a denti digrignati senza trasformarla in una pagliacciata ma, anzi, restituendone tutta la dimensione tragica. È un balletto di mostri quello che danza intorno a Joseph Stalin: il capo supremo dell’Unione Sovietica ha appena avuto un ictus nella propria stanza, rimanendo vittima di se stesso. Le guardie non intervengono per paura di violare gli ordini di riservatezza ma anche il mattino dopo si fatica a trovare un medico competente, visto che i dottori più bravi sono stati tutti giustiziati. È il redde rationem tra gli altri esponenti del partito chiamati a prendere il posto di Stalin: il feroce capo dei servizi segreti Beria, il vice Malenkov, l’umiliato Molotov, il maresciallo Zhukov e, soprattutto, il sagace Kruscev (interpretato da uno splendido Steve Buscemi) che, alla fine la spunterà. Il film di Armando Iannucci, scozzese di genitori italiani, è un esempio di satira fervida e originale (ispirata a una graphic novel francese) che prima ancora del suo convitato di pietra (Stalin) ha il suo grande e principale protagonista nel terrore, subito e incusso, al centro di una politica che non fa prigionieri.
Marco Contino
Durata: 106’. Voto: ***
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