Nella Pala Pesaro di Tiziano c’è un santo guerriero che ricorda la pace al Turco

VENEZIAUn santo guerriero e un frate francescano, Leone. Due personaggi scoperti dallo storico veneziano Guerrino Lovato, che ha studiato a lungo un dipinto di Tiziano esposto nella chiesa dei Frari....

VENEZIA

Un santo guerriero e un frate francescano, Leone. Due personaggi scoperti dallo storico veneziano Guerrino Lovato, che ha studiato a lungo un dipinto di Tiziano esposto nella chiesa dei Frari. La Pala Pesaro è datata 1526, esposta da cinque secoli nella navata sinistra della Basilica francescana. Adesso Lovato, artigiano e maestro, bibliofilo e ricercatore, autore tra l’altro delle decorazioni sui palchi del ricostruito teatro La Fenice, annuncia la sua scoperta.

Uno studio pubblicato in questi giorni su una rivista specializzata olandese alza un velo sulla storia del dipinto. La famiglia Pesaro, che lo aveva commissionato, è ritratta ai piedi della Vergine. A destra Francesco Pesaro, uomo devoto e potente, responsabile dell’economia della casata, prega insieme ai fratelli Antonio, Fantino e Giovanni e al nipote Leonardo. In alto, accanto alla Vergine, il suo santo “di riferimento”, San Francesco. Dietro a lui, in ombra un altro frate francescano. Ma non è Sant’Antonio, come si era sempre creduto. Ma frate Leone, il compagno di Francesco sulla Verna che assistette al miracoloso evento delle stigmate. Che invita i fratelli a chiudere i testi e a entrare nella contemplazione. Proprio come fece Francesco.

Ma la scoperta più importante di Lovato riguarda il lato sinistro del celebre dipinto. L’altro fratello, Jacopo, ha anch’egli la sua figura di santo omonimo, San Giacomo. Non il Giacomo viandante e pellegrino, ma il suo alter ego belligerante e omicida: Santiago Matamoros. Che uccide i Mori e gli infedeli.

Nel dipinto, sostiene Lovato, Matamoros trattiene un turco in turbante bianco e preziosamente vestito. È Solimano il Magnifico. Dall’altra parte un moro africano. Pesaro aveva motivo di rappresentare quel santo anche per le vicende che lo impegnavano in quegli anni in zona di frontiera, a Cipro, contro gli infedeli per conto del papa.

Una scoperta che Guerrino Lovato ritiene molto importante per la storia veneziana. Culto molto raro, quello per Santiago Matamoros, esistente soprattutto in Spagna, dove la minaccia degli infedeli era alta. Poco frequente in Italia.

Nel dipinto, San Giacomo sembra quasi rimproverare il Pascià turco, invitandolo a sottomettersi all’autorità cattolica. E a “togliersi il cappello”, come fanno gli altri, davanti a Dio e alla Madonna. Riferimento alla pace sottoscritta nel 1503 con il Turco, firmata sul Corano e sul Vangelo, che impegnava alla conversione. Una pace conquistata proprio dalle milizie papali insieme alla flotta del veneziano Jacopo Pesaro, insieme alle navi veneziane del cugino Benedetto Pesaro con gli spagnoli. Un pezzo di storia riscritta adesso dallo storico veneziano. —





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