Padova, arriva la ricetta Box: «Dalla cucina alla porta dei clienti per non interrompere sapori e relazioni»

PADOVA. Clienti e dipendenti stanno a casa. Loro, no. Perché per Marco Benetazzo e i suoi fratelli, che in una decina d’anni hanno dato vita a tre locali di successo nel centro di Padova e a uno, inaugurato solo pochi mesi fa, a Stra, la cucina non si ferma. E arriva a domicilio. «Abbiamo 36 dipendenti, e sono tutti a casa. Ma con i miei fratelli Antonio ed Enrico, già miei soci, e il più giovane di noi, Luca, siamo in piena attività, anche con l’aiuto della nostra mamma. Insomma: siamo in cinque, tutti di famiglia e tutti consapevoli di lavorare in perdita. Ma consapevoli anche del fatto che non dobbiamo in alcun modo perdere il nostro patrimonio più importante: la clientela».
Grandi classici
Così Marco Benetazzo, patron di Box Prato e Box Pizza in Prato della Valle, Box in Galleria Corner Piscopia e Box in Riviera, si è trasformato rapidamente in fattorino delle pietanze, delle pizze e anche dei vini che hanno reso celebre l’offerta da lui creata. «Il nostro obiettivo è sempre stato quello di offrire soprattutto i grandi classici della cucina italiana con materie prime di grande qualità, locali dove bere bene e in un ambiente dallo stile ricercato ma informale. Una formula che il pubblico gradisce parecchio, che ci ha sempre impegnato molto ma che ci anche dato grandi soddisfazioni». E poi è arrivata la pandemia. «Abbiamo stabilito una sorta di quartier generale nella cucina della pizzeria in Prato, così da poter consegnare sia piatti sia pizze: ci appoggiamo a un’agenzia di delivery, ma buona parte delle consegne le facciamo anche direttamente. Mi piace andare a portare personalmente le nostre creazioni a casa dei clienti. È un po’come dire loro “ci siamo, anche se siamo chiusi”. Un modo per promettere che ci saremo anche dopo l’emergenza, e che li aspettiamo».
Le abitudini restano
Marco, sommelier e gourmet di solida formazione, che ha lavorato in numerosi locali di prestigio prima di dare vita al suo progetto, sembra affrontare con serena propositività questo momento delicatissimo per la ristorazione. «Continuiamo a lavorare per cercare di contenere le ingentissime perdite, ma anche per non interrompere la fondamentale relazione con la clientela, la fiducia che ci ha sempre dimostrato e che vogliamo coltivare perché sarà fondamentale per ripartire. I nostri clienti abituali sono persone piuttosto esigenti, che nei locali Box hanno sempre trovato grande qualità e che in questo stravolgimento della vita amano ritrovare i sapori e le certezze che avevano prima. Quindi abbiamo molte richieste per le nostre pizze – il cui impasto a lievito madre continua a lievitare oltre 60 ore e a essere farcito con prodotti di altissima gamma – ma anche per i nostri piatti più classici, come la tartare di tonno o di manzo, e le nostre “Orecchie di elefante”, ossia milanesi di circa un chilogrammo, ideali da mangiare in due. Anche se il menu che possiamo proporre è ovviamente più ristretto del solito, posso dire che i nostri clienti non hanno cambiato granché abitudini, anche per quanto riguarda la scelta di vini di qualità».
Sarà un altro mondo
Ma Marco Benetazzo è anche sicuro che questo tipo di richieste non diminuiranno molto dopo la fine dell’emergenza, e ha le idee piuttosto chiare su come dovrà gestire la riapertura. «Sarà difficile riorganizzare gli spazi, e questo significherà togliere numerosi coperti per mantenere i distanziamenti necessari. Fortunatamente, quando riapriremo il clima ci permetterà di usufruire del plateatico e guadagnare qualche posto in più, ma certo dovremo molto ridimensionare i numeri e questo significherà anche una diversa gestione del lavoro e del personale. Il servizio al banco sarà soppresso e bisognerà anche offrire in tutti i modi possibili ambienti sicuri e atmosfera “di sicurezza”, quindi ci aspettano grandi cambiamenti e diverse economie di tempi, spazi, cosi e ricavi. Sarà un altro mondo, fino a quando non saremo tutti al sicuro dal virus. Anche per questo penso che per evitare distanziamenti dai propri cari, le obbligatorie mascherine e tante altre precauzioni, molte persone sceglieranno di continuare a gustare il cibo del ristorante nelle proprie case. Sarà una grande svolta del costume della convivialità e dell’incontro, e anche in questo ci stiamo preparando. Dovremo offrire un servizio a domicilio sempre più attento non solo per garantire la qualità e la temperatura delle pietanze e la salubrità del trasporto, ma anche per continuare a offrire al cliente quelle “coccole” che prima riceveva al ristorante. E vogliamo che i nostri clienti sappiano che, anche a questo, ci stiamo preparando».
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