Pearl Jam, aprono le prevendite per Padova 2018
E intanto fa discutere il docufilm che incrocia i concerti al Wrigley Field con le vicende dei Cubs

Aprono oggi alle 12 le prevendite per il concerto che i Pearl Jam tengono allo Stadio Euganeo di Padova il 24 giugno: i biglietti per il primo grande evento annunciato dell’estate 2018 saranno disponibili su www.ticketmaster.it, www.ticketone.it e in tutti i punti vendita autorizzati.
Intanto, i Pearl Jam sono protagonisti del discusso film documentario “Let’s play two”. Da una parte loro. Dall’altra i Chicago Cubs: squadra di baseball che manca la vittoria delle World Series da 108 anni. Primato assoluto. Da una parte, una delle band più amate di tutti i tempi: colonna sonora di intere generazioni, il cui successo, fulmineo, è arrivato poco dopo i 20 anni. I primi. Predestinati. Dall’altra, gli eterni secondi. In continuo bilico tra l’Olimpo e il baratro. E a prevalere è sempre quest’ultimo. Campo comune di queste storie apparentemente così distanti? Il Wrigley Field di Chicago: lo stadio dei Cubs. Lo stadio della città Natale di Eddie Vedder. Lo stadio della città Natale del fan numero uno dei Cubs, cantante dei Pearl Jam.
Let’s play two. Giochiamo in due. Quando l’importante è partecipare. Ma anche vincere. Perché, alla fine, i Cubs vinceranno.
Nel mezzo, i concerti dei Pearl Jam dell’estate 2016 al Wrigley Field e le partite dei Cubs. La proprietaria del bar di fronte allo stadio, frequentato da sempre da Vedder. Le storie dei fan arrivati dall’altra parte del mondo per assistere a un live dei PJ. Le prove per i concerti.
Le critiche al film, lette in questi giorni: un parallelismo esasperato. Un campo neutro (e comune), lo Stadio. È pretestuoso? È il pretesto. Ma tutto parte dai pretesti. Meglio, dai presupposti. Possiamo accettarlo o rifiutarlo: se lo rifiutiamo, rifiutiamo il film.
Il parallelismo sportivo musicale funziona, e bene. Tratto comune è la passione di Vedder: per il baseball e per i Pearl Jam. Per Chicago: vero trait d’union, che tuttavia compare poche volte nel corso del documentario. E alla fine anche chi guarda il film si riscoprirà (almeno un po’) tifoso dei Cubs.
Altra critica: i due concerti non indimenticabili di Chicago. Non indimenticabili? Concetto relativo. Non ci sono fuochi d’artificio a salutare Eddie Vedder nella sua città natale.
C’è tanta musica e c’è uno stadio pieno. Ci sono le canzoni, perché i PJ sono rock, sono grunge, sono “crudi”. Lo è la loro musica, lo sono i loro show. Vanno dritti al punto. Eppure in questi due concerti al Wrigley Field c’è anche dell’altro: c’è il contorno, c’è l’emozione. Per la città. E per i Cubs, che compaiono più e più volte nel corso della serata. Con le parole, con la musica (Vedder ha anche scritto una canzone dedicata alla squadra) e con un ospite: il giocatore preferito di Eddie, che sarebbe scomparso a distanza di poco tempo, consegnando ai Pearl Jam il suo ultimo saluto al Wrigley Field.
Laura Berlinghieri
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