Pier Paolo e Maria, il film dell’amore impossibile

A Milano la presentazione in prima nazionale di “L’isola di Medea” a 42 anni dalla morte del regista
A 42 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, e quaranta dalla morte di Maria Callas, un film racconta il loro incontro speciale: è “L’isola di Medea”, una produzione di Lagunamovies – Karel, scritta e diretta dal regista Sergio Naitza che ha intrecciato i ricordi e gli aneddoti degli amici più cari dei due artisti e di chi partecipò al set della “Medea” girata nel 1969 fra Grado, Anzio e la Cappadocia, dove Pasolini e Callas si incontrarono per la prima volta. “L’isola di Medea” diventa così il racconto dell’amore impossibile fra lo scrittore-regista più scomodo e provocatorio del momento e la cantante lirica più acclamata del mondo.


Il film, presentato in prima mondiale all’Athens int. FilmFestival, sarà a Milano giovedì 2 novembre, anniversario della morte del regista. Con la fotografia di Luca Melis, e il montaggio di Davide Melis, “L’isola di Medea” riunisce in un affresco corale le voci di Ninetto Davoli, che condivise con Pasolini momenti privati e artistici; di Nadia Stancioff, l’assistente personale di Maria Callas, dei costumisti Piero Tosi e Gabriella Pescucci, del direttore di produzione Fernando Franchi, dell’attore Giuseppe Gentile all’epoca campione olimpionico di salto triplo, dell’attrice Piera Degli Esposti che debuttò con “Medea” nel ruolo di ancella, della scrittrice Dacia Maraini - che insieme a Pasolini, Moravia e Callas fece due lunghi viaggi in Africa - dello storico del cinema Roberto Chiesi, direttore del Centro Studi-Archivio Pasolini presso la Cineteca di Bologna. Prezioso valore aggiunto sono i disegni dell’artista Davide Toffolo, illustratore notissimo oltre che rocker celebrato, chiamati a scandire il film come appassionanti “segnalibro”, sul filo rosso dell’epistolario fra Callas e Pasolini, letto da voci off.


Da quel set nacque una tenera amicizia e, in Maria, una visione d’amore illusoria e irraggiungibile. Particolari inediti illuminano quel legame nel film, insieme a ricordi del set dell’isola di Grado e della laguna: un luogo dove Pasolini ritrovava le sue radici friulane e dove amava ritirarsi per scrivere e pensare e nel quale soggiornò spesso anche la Callas. Le musiche del film sono di Marco Rocca.


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