Porto Caleri: entrare nella natura con tutti i sensi

Viaggia il Veneto verso il Delta del Po: dal bosco alle dune mentre cambiano luce, profumi, suoni. Una passeggiata nel Giardino botanico litoraneo

ROSOLINA MARE (ROVIGO). Giochi di luce dei raggi del sole tra gli alberi della pineta e la laguna. E, intorno, solo il suono delle fronde mosse da quel vento che spande nell’aria profumo di elicriso. Le attrezzatissime spiagge di Rosolina Mare sono poco lontane, ma al Giardino Botanico Litoraneo Veneto di Porto Caleri l’atmosfera è quella creata dalla rigogliosa vegetazione mediterranea di un litorale inviolato e silenzioso, di un paesaggio silente disegnato dai contrasti e dalle armonie del Delta del Po.

Visitarlo, rigorosamente a piedi, significa entrare in una sorta di litorale primigenio dell’alto Adriatico, da molti anni lasciato semplicemente così com’è sempre stato, tra dune e boscaglie, tra stagni e pinete.



Gli interventi che la Regione Veneto ha realizzato nel 1990 sul lembo estremo del litorale di Rosolina Mare per l’istituzione dell’area (successivamente dichiarata Sito di Importanza Comunitaria e rientrata nell’ambito del Parco del Delta del Po), non hanno modificato l’habitat esistente ma hanno creato passerelle di legno sospese sull’acqua, ampie terrazze e piccoli sentieri sterrati o sabbiosi. Sono stati così tracciati tre percorsi di visita che interessano 24 ettari e scorrono dalla pineta alle zone umide, passando per sabbie e macchia mediterranea, tra oltre duecento specie vegetali riconoscibili grazie ai cartellini esplicativi.



La visita inizia dalla zona più interna, dove sorge il punto accoglienza e biglietteria, per addentrarsi subito nella zona boschiva: una tranquilla passeggiata nelle zone più interne e lontane dal mare consente di scoprire il bosco che sorge sulle dune ormai consolidate, dove domina la presenza del pino marittimo e del pino domestico.

Sono i resti di una pineta di origine antropica, opera di rimboschimenti degli anni Trenta e Quaranta: una formazione vegetale sovrapposta a quella spontanea, che è in continua evoluzione. La pineta aveva lo scopo di formare una barriera “frangivento” a protezione delle coltivazioni dell’entroterra dal vento “salato” che risale dal mare.

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Con il diradamento della pineta, che dagli anni Novanta non viene più ripiantata dall’uomo e tendenzialmente arriverà lentamente e gradualmente alla scomparsa, si sono sviluppate le zone boscose più mature: l’olmo campestre e la notevole presenza di leccio, testimone delle formazioni boschive litoranee naturali e autoctone, sono le piante destinate nel tempo a sostituire la pineta.

Camminando sulla sabbia e sulle passerelle costruite per agevolare la passeggiata, si arriva alle depressioni umide di acqua dolce che intercorrono tra le dune arretrate, dove si raccoglie l’acqua piovana che, filtrando negli strati inferiori del terreno, avvia processi erosivi che finiscono per approfondire le depressioni stesse, dove vivono molte specie di anfibi e rettili, tra i quali la testuggine palustre (Emys orbicularis) e numerose specie di uccelli.



Proseguendo si arriva alla macchia, ambiente di transizione che si avvicina alla linea di costa, al mare, con i cuoi colori cangianti: dal verde scuro del ginepro a quello argenteo della gramigna, fino al bianco della sabbia nuda. Una grande distesa di Ginepro comune colonizza questa zona intermedia con un portamento prima colonnare e poi più prostrato verso la sabbia, affiancata dall’Olivello spinoso, con le sue vivacissime bacche arancione, e da alcune specie mediterranee come la Fillirea (Phyllirea angustifolia), la Clematide flammola (Clematis flammula), l’Asparago selvatico e il Caprifoglio (Lonicera etrusca).

L’avvicinarsi al mare e il vento segnano poi il diradamento e l’abbassamento della vegetazione e dalle dune, che da consolidate diventano mobili e in lenta formazione. In queste si sviluppa la comunità dello Sparto pungente (Ammophila littoralis), graminacea che ha la capacità di trattenere la sabbia spinta dal vento verso l’interno crescendo e allungandosi ogni anno sopra i cumuli di sabbia, e che così determina la formazione e la costruzione delle dune, processo che continua finché non è contrastato dall’azione erosiva del vento.

Lo Sparto pungente forma una fascia parallela alla costa dove, accanto a specie comuni, quali l’Eringio e il Finocchio litorale, si trovano esemplari di Tamerice di origine africana, importato per proteggere agli argini vallivi poiché molto adattabile all’ambiente salato.

Si arriva poi alla zona delle dune embrionali, in fase di formazione e non ancora consolidate: qui la vegetazione dominante è la Gramigna delle spiagge (Agropyron junceum) che con i suoi lunghi stoloni sotterranei oppone una prima resistenza all’azione del vento sulla sabbia. L’ultima zona vegetazionale che si incontra è quella del Cakileto (appena sopra la battigia), fascia dove è da poco avvenuto il dilavamento del sale marino: qui si vanno a insediare una comunità di specie pioniere comprendente la Ruchetta di mare (Cakile marittima), pianta dalle foglie carnose e dai fiori rosa in racemo, il Convolo di spiaggia (Calystegia soldanella) e la Nappola italiana (Xantium italicum), che punteggiano la spiaggia naturale caratterizzata dalla presenza di detriti portati dal mare.

Da qui si risale e il sentiero si spinge in un ambiente completamente diverso, la barena, dove l’elevata salinità privilegia la vita di coloratissime piante alofile come il violaceo limonio o la rossastra salicornia. E si arriva a una nuova passerella pedonale sospesa sulla barena, che consente sia il facile attraversamento della stessa per arrivare alla spiaggia, sia la tutela delle numerose specie di vegetali che la popolano. —

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Sabbia fine e acqua trasparente: una spiaggia fuori dal tempo

Anche la spiaggia libera di Porto Caleri offre un intenso rapporto con la natura del luogo. La si può raggiungere dal Giardino Botanico Litoraneo, oppure attraverso uno dei numerosi varchi lungo la strada che conduce al luogo (via della Boccavecchia), usufruendo dei parcheggi per auto e moto e solo di quelli, perché in un’area incontaminata la tolleranza è piuttosto bassa.

Altra utile avvertenza per chi desidera trascorrere qualche ora in questa spiaggia, è avere ben presente che non è assolutamente attrezzata: è completamente gratuita e non vi sono servizi, ombrelloni o punti di ristoro, quindi meglio essere equipaggiati. Premesso tutto questo, va anche detto che si tratta di un’esperienza unica e un tantino “selvaggia”, tra dune di sabbia, cespugli e tronchi d’albero portati da un mare piuttosto pulito e silenzioso.

Tronchi che, spesso, servono ad allestire improvvisate capanne ombrose, con incastri ingegnosi e qualche asciugamano a copertura: piccoli arredi giornalieri e colorati che punteggiano l’ampio arenile e la sua sabbia chiara e fine, conferendogli un aspetto forse d’altri tempi.

L’acqua è trasparente e il fondale è basso per parecchi metri, tanto che vi si possono scorgere molto facilmente miriadi di pesciolini appena nati.

E non sono gli unici neonati del luogo: anche il fratino, raro uccello costiero minacciato d’estinzione in Europa, ha scelto già da qualche anno un tratto della spiaggia di Caleri per deporre le sue uova, che copre col corpo per riscaldarle nella notte e per raffrescarle nel giorno. Per questo, da qualche anno, col ritorno della bella stagione i volontari del Wwf ricreano una zona a lui dedicata evidenziandola con canne, cordino e segnali per impedire il transito sia agli umani sia ai cani, che possono frequentare la spiaggia ma che potrebbero istintivamente attaccare i pulcini.

Insomma: la spiaggia di Porto Caleri è ancora un luogo dove l’uomo rispetta i tempi e le esigenze della natura, anche se la mancanza di infrastrutture (e talvolta di buona educazione degli ospiti), non la rende sempre pulitissima da incomprensibile ma tangibile sporcizia. È comunque un luogo fascinosamente sereno (esclusa qualche più affollata domenica estiva) e seducente in tutte le stagioni.

E offre anche un altro spettacolo, oltre a quello marino: alle sue spalle, in cima alle dune, le piante ribadiscono la loro importanza, con folti cespugli di sparto pungente che formano una barriera che trattiene la sabbia portata dal vento, contribuendo alla formazione delle dune e mutando il paesaggio di stagione in stagione. Un fenomeno tanto naturale quanto oramai raro, tra le molte spiagge che soffrono l’erosione naturale o quella inflitta dall’uomo. Proprio dalle dune, inoltre, si gode la bellezza complessiva di questa lingua di terra e di sabbia, tra il verde della vegetazione alle spalle e l’azzurro del mare all’orizzonte.
Pro Loco Rosolina, tel. 0426.68012.

ORARI E COSTI

Organizzare la visita. Solitamente il Giardino è aperto da aprile a metà ottobre e il biglietto costa 2,50 euro (bambini gratis). Dopo il Covid, l’ingresso è gratuito e l’apertura è di martedì, giovedì sabato e domenica 16-19 in agosto; da settembre al 15 ottobre solo 10-13. Visite guidate esclusivamente su prenotazione, al mattino alle 10.30 e il pomeriggio alle 16.30 nei giorni di apertura, e sono a pagamento (8 euro per gli adulti, 5 per i bambini tra i 6 e i 14 anni, gratuito sotto i 6 anni). Per prenotazioni e informazioni: Cooperativa Servizi Delta Po, 347. 0452236.

DIETRO LE QUINTE

Il Giardino Botanico Litoraneo del Veneto è stato realizzato nel 1991 dalla Regione Veneto per proteggere, preservare e conservare un ambiente naturale unico e di enorme interesse scientifico. La gestione tecnica svolta da Veneto Agricoltura si prende cura dei suoi oltre 44 ettari composti da una notevole varietà di habitat, una flora ben conservata e ricca di specie e numerosi animali. I percorsi guidati sono attrezzati per la didattica e adatti sia a gruppi sia a singoli visitatori, e anche in buona parte accessibili ai disabili, con un percorso tattile didattico per non vedenti.

PUNTI DI VISTA

Tra le numerose passerelle di legno che facilitano la visita al Giardino Botanico la più suggestiva è certo la lunga passerella sulla Laguna che conclude il percorso “blu”, il più lungo (circa 3 chilometri) e l’unico liberamente accessibile in tutte le stagioni. Sospesa sull’acqua consente di ammirare la vegetazione costiera da una prospettiva privilegiata, e gli spettacolari tramonti sulla Laguna.

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