Suocere e nuore trovano un equilibrio solo in presenza di maschi capaci di ruoli importanti. Ma devono rispettarsi reciprocamente

Nell’oscuro mondo della relazione coniugale, le dinamiche si incrociano con l’intimità, gli affetti con la sessualità, il romanticismo con la genitorialità, si incrociano destini e storie educative...

Nell’oscuro mondo della relazione coniugale, le dinamiche si incrociano con l’intimità, gli affetti con la sessualità, il romanticismo con la genitorialità, si incrociano destini e storie educative diverse. È il tributo che si deve dare a un matrimonio o a una convivenza, a una relazione coniugale dove il non detto, il cuneo del conflitto, è spesso il dissidio tra nuora e suocera e viceversa. È facile e semplicistico mettere in evidenza la centralità del problema nella figura del figlio, del marito, una maschilità che non può essere condivisa e, spesso, l’incapacità maschile è quella di non saper superare il proprio ruolo infantile, costruendone uno coniugale.

Suocere invasive, delegittimanti, superegoiche, manipolatrici, ma talvolta anche vittime di un femminile, quello della nuora, rissoso, competitivo, possessivo e anche persecutorio.

Il possesso del maschio, la sua gestione da un lato e il mantenimento di un legame simbiotico non superato, come quello materno, fa si che la relazione suocera-nuora sia spesso una non relazione, una comunicazione finta, fatta di cortesie o inenarrabili vicende.

L’episodio più recente è quello mediatico della ex regina Sofia di Spagna e della attuale regina, moglie di Felipe, Letizia Ortiz, esempio di non regalità ed evidente conflittualità tra suocera e nuora davanti alle nipoti abbracciate dalla nonna davanti a fotografi contro la volontà della madre, un comportamento sgradevole che può far pensare persino a una patologia comportamentale.

Una di fronte all’altra, come in una rissa condominiale in una banale borgata spagnola qualsiasi, due regine, si contrappongono davanti a un re fragile e caparbio, incapace di gestire una situazione conflittuale e spigolosa che restituisce una scena degradante soprattutto per le due ignare principesse.

Il conflitto in ambito familiare, anche nella rete delle parentele, ha sempre i suoi retroscena e le sue verità, ma anche le sue conseguenze, qualunque sia l’estrazione sociale.

Il conflitto tra suocera e nuora è una dinamica che riguarda il ruolo, una sorta di possesso del territorio, di identità, dove il potere è solo nello sfondo, e in realtà va a toccare i ruoli così importanti della maschilità che sono l’essere marito o figlio, ruoli spesso non in armonia; madri che hanno amato in modo esagerato i propri figli, rendendoli emotivi, poco competitivi e ansiosi, suocere che scatenano conflitti e angosce nelle mogli che spesso non reggono figure così autoreferenziali perché si sentono poco amate, insicure e continuamente desiderose di un riconoscimento di ruolo o di una affettività problematica o perduta. Le nuore che non mediano, ma che pretendono una scelta di campo, spesso sono personalità autoritarie, con poco slancio affettivo e narcisismo, con l’abitudine ad affrontare i problemi escludendo o togliendo. Le suocere, dal canto loro, diventano tali nell’età complessa di transito, quando nella loro vita appare la sindrome del nido vuoto, un lutto complesso che può trasformarsi in un comportamento esasperante verso il figlio, in cui manipolare e invadere gli spazi spesso genera solo conseguenze negative.

Suocere e nuore se trovano un equilibrio è perché il maschio è capace di avere un ruolo importante, dove la maschilità non è evanescente, ma sa affrontare il mondo di cui è responsabile. I litigi tra suocere e nuore sono spesso rigurgito di meccanismi infantili che creano relazioni sospese e contraddittorie. I conflitti generano conflitti, e non sono mai costruttivi, non importa chi fa il passo verso la mediazione. È importante che queste due figure riescano a trovare un rispetto reciproco; non una sudditanza, ma il riconoscimento dei ruoli e delle differenze. A favore delle generazioni che un giorno ricopriranno quegli stessi ruoli.



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