“Voglio tornare negli anni ’90”, cento date per lo show dell'anno

PADOVA. Negli anni ’90 Marco Sattin era un giovanissimo pizzaiolo alle dipendenze del padre. Alla fine del turno di lavoro metteva la musica “a palla” mentre in auto girava per sagre, discoteche, feste della birra. Oggi Marco Sattin, 40 anni, gestisce due pizzerie ma il volume di quella musica non l’ha mai abbassato. Tutt’altro, ora ci sono altoparlanti da concerto che sparano brani come “Scatman” o “Rhythm of the night”, o artisti come Gigi d’Agostino, Gabry Ponte e Corona. Quelle canzoni e quello stato d’animo sono diventati un evento in grado di richiamare 4 o 5 mila persone a serata sotto un palco. Marco Sattin, che ai sogni non ci ha mai rinunciato, ha creato “Voglio tornare negli anni ’90”. Non è una discoteca, non è un concerto. È uno spettacolo, forse. Il dato di fatto è che tutti ballano e si scatenano sulle note di quegli anni. «Qual è il segreto? Gli anni ’90 sono stati l’ultimo periodo in cui la gente era davvero felice: niente crisi, stipendi in lire, lavoro per tutti», ragiona lui, orgoglioso di ciò che ha plasmato con le sue stesse mani, come la pasta di tutte le pizze fatte dai 16 anni in poi.
Il progetto. È cominciato tutto quasi per caso. Sattin, gestore del locale-pizzeria “Stuzzico 19.26” di Monselice, ha organizzato quasi per scherzo una serata a tema anni ’90: si sono presentate cento persone. La volta successiva trecento. La terza overbooking totale. «È stato in quel momento che ho capito il potenziale della nostra idea».
La squadra. Parla al plurale, lui. Ha costituito una società con Stefano Gallo di Due Carrare e con Mattia Molon di Conselve. Gallo si occupa dell’impiantistica e della logistica, Molon cura i social e Sattin ci mette testa e cuore. Un ex dipendente della pizzeria, Marco Facciolo, è il frontman che dal palco incita e guida il pubblico, tra fiamme, bolle e magliette-regalo lanciate. «Siamo partiti dalla provincia di Padova ma ora ci chiamano da Sappada a Torino e persino a Roma», dice Sattin.
Come funziona. Funziona così. “Voglio tornare negli anni ’90” è uno spettacolo di due ore e un quarto con le colonne sonore di quegli anni, gli anni di Roberto Baggio, del Festivalbar, degli 883, di Beverly Hills 90210. Lo richiedono alle feste in piazza, alle notti bianche, nelle discoteche. Si paga un cachet per la serata mentre agli organizzatori della rassegna (o ai gestori del locale) resta in capo la gestione di cibo e bevande. «Non è la musica che fa la differenza, non è il dj e non sono nemmeno le ballerine. È il brand, il ricordo di quegli anni» dice Sattin.
Le sfide. Ci sono stati anche momenti difficili, come quando il titolare di una discoteca di Novara all’ultimo momento ha deciso di non pagare il cachet convinto che sarebbe stato un flop, visto che per gli ingressi erano richiesti 15 euro a persona. «Ci siamo assunti il rischio, sono venute 985 persone. Un successo». Il brand “Voglio tornare negli anni ’90” è stato registrato e ora ci sono importanti collaborazioni, come quella con Giochi Preziosi. «Vogliamo distribuire gratis a tutti i partecipanti il mitico Crystal Ball. Giochi Preziosi ci dà la sua collaborazione». I sogni sono il motore del progetto. «Uno ce l’ha il mio socio Stefano Gallo» ammette Sattin. «Organizzare il Capodanno in Prato della Valle». —
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