Graduatorie Ater tutte da rifare in Veneto

Per il tribunale il requisito della residenza è discriminatorio. La Regione farà ricorso: «Premiamo chi è qui da più tempo». L’avvocato dell’Asgi:

«Punteggi premiali discriminatori verso i cittadini stranieri»

Annalisa Girardi
Case popolari. Le graduatorie Ater venete sono da rifare
Case popolari. Le graduatorie Ater venete sono da rifare

La Regione Veneto dovrà rivedere le regole con cui vengono assegnate le case popolari. A deciderlo è stato il tribunale di Padova, accogliendo il ricorso di tre cittadini e di alcune associazioni - tra cui Asgi, Razzismo Stop e Sunia - contro il requisito di almeno cinque anni di residenza nella Regione per poter accedere alle graduatorie delle Ater.

Un criterio che penalizzava i cittadini stranieri e che la Consulta aveva già definito incostituzionale. Ora il giudice padovano ha ordinato alla Regione di mettere ulteriormente mano alla normativa. E il presidente Zaia ha già annunciato che farà ricorso.

I fatti

«Il nostro ricorso riguardava l’impugnazione del bando Ater del Comune di Venezia da parte di alcune associazioni e di tre persone che avevano cercato di parteciparvi, senza successo. Questo perché la Regione Veneto – che ha una normativa che riguarda tutti i bandi Ater – poneva il requisito della residenza storica, cioè di almeno 5 anni, per partecipare», spiega Francesco Mason, avvocato veneziano e socio dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione. «Il tribunale di Padova si è quindi rivolto alla Corte Costituzionale in un ricorso antidiscriminatorio, in quanto il requisito della residenza per accedere ai bandi pregiudicava quei soggetti che avevano una maggiore mobilità sul territorio. Gli stranieri tendono a muoversi molto di più, quindi c’era una discriminazione indiretta», spiega l’avvocato. La Corte costituzionale si è quindi espressa dando ragione alle associazioni, che però non si sono fermate lì.

Il punteggio discriminatorio

«Abbiamo preso in considerazione un altro aspetto, cioè il fatto che i bandi prevedessero una serie di punteggi premiali sia per la residenza nella Regione, ma anche nel Comune. Punteggi che si potevano sommare. Cioè, era previsto che il Comune potesse attribuire ulteriori punti. Ma così risultava che ad esempio una donna sola, con figli a carico e un Isee pari a zero, prendesse un punteggio inferiore di una persona che, anche se benestante, risiedeva da più tempo in quel Comune. Indipendentemente dalla condizione economica e dal carico familiare, quindi, si potevano potenzialmente prendere più punti. Il tribunale allora ha riconosciuto che, anche senza escludere del tutto delle persone, si andasse comunque a premiare in maniera eccessiva la residenzialità», aggiunge Mason, sottolineando che questa sentenza non beneficerà solamente ai cittadini stranieri, ma anche a tutti coloro che per motivi di studio o di lavoro, hanno avuto una residenza discontinua sul territorio. «È del tutto illogico premiare la residenza storica a dispetto del bisogno. Se si vuole considerare il tempo, bisognerebbe premiare chi ha bisogno da più a lungo, non chi risiede più a lungo in un certo territorio».

Cosa succede ora

Ma quindi, adesso, cosa succede? «Dopo la sentenza della Consulta, la Regione aveva mantenuto i criteri premiali, e ora dovrà modificare questo aspetto. Tutti i bandi per cui non sono ancora state assegnate le case dovranno essere modificati: il punto premiale dovuto alla residenza ci potrà essere, ma il suo valore dovrà essere minore rispetto al bisogno. Non potrà contare di più».

Zaia annuncia il ricorso

La Regione, attraverso il presidente Luca Zaia, ha già annunciato di essere è pronta a presentare ricorso: «Quel requisito che noi abbiamo chiamato “prima il Veneto” non vuole ghettizzare qualcuno, ma significa premiare quei cittadini che sono qui da generazioni o che vengono da fuori e che, anche se non sono veneti, vogliono vivere qui nel nostro territorio. Noi siamo una Regione aperta, ospitale e inclusiva e per noi è giusto che, a parità di requisiti, prima vengano loro invece di chi è qui solo di passaggio», ha detto il governatore. —

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