20 anni della Casa del Jazz, musica, emozioni e riscatto sociale

(ANSA) - ROMA, 24 APR - Venti anni di jazz dando una vita nuova e piena di emozioni musicali a un bene confiscato a Roma alla criminalità organizzata. E' la Casa del Jazz, pepita architettonica degli Anni Trenta immersa in un bellissimo parco a pochi metri dalle Mura Aureliane, che festeggia questo compleanno particolare tra bilanci e sguardo al futuro. L' apertura dei festeggiamenti è in programma domani 25 aprile con la maratona Solo piano V Cdj 20, che per tutto il giorno vedrà alternarsi sul palco di Villa Osio quattro pianisti tra i più autorevoli della scena in un filo che lega figure storiche del jazz tricolore del calibro di Enrico Pieranunzi e Rita Marcotulli ai nomi emergenti come Vittorio esposito ed Enrico Zanisi. ''La Casa del Jazz ha sempre avuto chiaro l'obiettivo di narrare attraverso la sua attività la Storia del Jazz italiano attraverso i suoi protagonisti e a celebrare, idealmente e materialmente, il passaggio di testimone tra essi ed i nuovi talenti'' dice all'ANSA il direttore artistico Luciano Linzi. Il programma del ventennale avrà un altro appuntamento da non mancare il 6 e 7 giugno con la reunion - solo per questa occasione - della formazione 'Shades of Chet' con Enrico Rava, Paolo Fresu, Stefano Bollani, Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto in due concerti che inaugureranno Summertime, il festival estivo della Casa del Jazz. ''Qui - osserva Linzi - vogliamo continuare a rappresentare la vitalità di questa musica anche attraverso le sue contaminazioni, offrire opportunità di conoscenza e di crescita per i giovanissimi, e radicare sempre più la rilevanza a livello internazionale di un festival come Summertime,ormai riconosciuto nel mondo tra i più importanti in assoluto del nostro Paese''. Villa Osio, appartenuta negli anni '70 e '80 ad Enrico Nicoletti, cassiere della Banda della Magliana, venne confiscata nel 2001 dello Stato dopo un lungo iter giudiziario e assegnata al Comune di Roma in base alla legge Pio La Torre per restituirla alla collettività. L'idea di farne un centro dedicato al jazz nasce grazie alla collaborazione con il Comune di Roma guidata allora da Walter Veltroni. La Casa del Jazz fu inaugurata il 21 aprile 2005, per renderla ''un polo culturale per la musica jazz in Italia e un simbolo concreto di legalità''. ''La Casa del Jazz - ha detto Franco La Torre, il figlio del parlamentare ucciso dalla mafia nel 1982 - è un grande regalo alla città di Roma a conferma dell' efficacia dello strumento della prevenzione, del sequestro e della confisca dei beni ai mafiosi che consente in tutta italia di restituire alle comunità patrimoni straordinari e di immenso valore dedicati ai servizi sociali, all' assistenza e a tutto cio che la cultura della mafia nega ogni giorno''. La Casa del Jazz, ha ricordato, ''ne è testimone perchè ospita all' imngresso l' unico memoriale dedicato a tutte le vittime innocenti di mafia, con un lista lunga e dolorosa di nomi e cognomi. Se l' obiettivo della mafia è l' accumulazione illecita è lì che dobbiamo colpire, ricordava Pio La Torre. Togliere alla mafia e restituire alla collevità, come dimostra oggi la Casa del Jazz'' In questi vent'anni la struttura, gestita dal 2018 dalla Fondazione Musica per Roma, ha messo in risalto la ricca scena jazz italiana, anche attraverso molte produzioni originali e ha ospitato alcuni dei più grandi artisti del panorama internazionale. Tra le novità negli anni c'è la nascita della Jazz Campus Orchestra diretta da Massimo Nunzi, un progetto in residenza per sviluppare nei bambini e nei ragazzi dai 7 ai 14 anni l'interesse verso il jazz. Oggi la struttura continua a essere un laboratorio creativo aperto, come centro di produzione e con l' attività degli studi di registrazione dell' etichetta Parco della Musica Records che pubblica ogni anno decine di titoli. ''La musica si intreccia con l'impegno sociale e la memoria collettiva - dicono i promotori - E' un luogo in cui il jazz non è solo suono, ma anche testimonianza di libertà, cultura e rinnovamento''. (ANSA).
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