Calcio: Christillin, per Juve giusto cambiare, sceglierei Conte

(ANSA) - ROMA, 24 MAR - "Un bel risultato, a 131 anni dalla fondazione del Comitato Olimpico Internazionale. Mi ha colpito molto il fatto che sia passata al primo scrutinio con una maggioranza schiacciante, la volevano tutti. Mi spiace per il mio amico Juan Antonio Samaranch Jr, ma la votazione di Kirsty Coventry è la dimostrazione che anche il mondo dello sport ha una considerazione ormai paritaria per manager uomini e manager donne e questa è una bella cosa". Così Evelina Christillin, membro aggiuntivo della Uefa nel Consiglio della Fifa, su Kirsty Coventry nuova presidente del Comitato Olimpico Internazionale. Poi Christillin, tifosa bianconera doc, commenta anche l'esonero di Motta e l'arrivo di Tudor: "Non mi permetto di giudicare, non conoscendo tutti i retroscena. La girandola di allenatori degli ultimi anni fa pensare che ci siano dei problemi strutturali. Giuntoli aveva un buon progetto basato sui giovani e soprattutto era stato affidato al presidente Ferrero e all'ad Scanavino il compito di aggiustare i conti, cosa che stanno facendo. Però purtroppo, da settembre a oggi, il progetto sportivo non si è realizzato. I numeri sono impietosi, la Juve è fuori da tutto. Quindi forse è anche giusto cambiare". Fiducia a tempo per Tudor, già si parla di altri nomi per l'anno prossimo "È un po' pesante, ma ci avrà pensato. Lui la Juventus la conosce bene, avrà soppesato pro e contro, è un all-in. Noi juventini gli facciamo i migliori auguri". Se fosse la presidente della Juve, chi sceglierebbe? "Antonio Conte. Si tratterebbe l'ennesimo ritorno. Ma Antonio l'ho visto tante volte in azione, anche in Nazionale. Come motivatore non c'è nessuno meglio di lui. Ma anche altri nomi sono straordinari come Mancini e Gasperini. Tutti allenatori con qualità enormi, bisogna vedere quali siano le motivazioni per accettare una sfida del genere". Bilancio esperienza da dirigente Uefa e Fifa: "Il mandato - conclude scade il 3 aprile con l'ultimo congresso a Belgrado. È stata una scelta mia non ricandidarmi, ma sinceramente nove anni più dieci di Cio più condizioni di salute non brillantissime mi hanno fatto pensare che fosse meglio così. Ho scritto una lettera ai miei colleghi, sono tutti dispiaciuti, affettuosi e carini, ma penso di aver fatto la cosa giusta. Esperienza meravigliosa ma anche difficilissima, basti pensare alla pandemia, alle guerre, alla Superlega. Vedere la gestione compatta e unitaria di tutto il fronte Uefa è stato complicato ma bello. Di certo non mi sono annoiato". (ANSA).
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova