Disturbi alimentari, casi raddoppiati, colpiti bimbi di 8 anni

Anoressia e bulimia seconda causa di morte, indagine Cng

(ANSA) - ROMA, 14 MAR - In occasione della Giornata del Fiocchetto Lilla, dedicata alla sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare, il Consiglio Nazionale dei Giovani (Cng) lancia un allarme su un'emergenza sempre più grave che colpisce le nuove generazioni. "Negli ultimi tre anni, i casi di disturbi alimentari tra i giovani sono più che raddoppiati e l'età media di insorgenza si è drasticamente abbassata, arrivando a colpire bambine e bambini di appena 8-9 anni. Anoressia e bulimia rappresentano oggi la seconda causa di morte tra i giovani subito dopo gli incidenti stradali", ha dichiarato Maria Cristina Pisani, presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani. Secondo l'ultima rilevazione condotta dal Cng, con il supporto tecnico dell'Istituto Piepoli, il 25% dei giovani tra i 18 e i 34 anni, dichiara di aver sofferto di un disturbo alimentare, una percentuale ben superiore alla media nazionale del 15%. Il dato diventa ancora più preoccupante nella fascia 25-34 anni, dove il fenomeno raggiunge il 29%. Tra le maggiori difficoltà incontrate nel percorso di guarigione, il 35% dei giovani indica l'isolamento e la solitudine conseguente. Quasi un quarto degli intervistati (23%) ha segnalato la mancanza di supporto psicologico, mentre il 22% ha evidenziato una scarsa informazione e consapevolezza sul problema. Inoltre, il 16% ha indicato il timore del giudizio sociale come un ulteriore fattore che ha reso ancora più difficile chiedere aiuto. "È una vera e propria emergenza che - sottolinea Pisani - richiede interventi immediati: un potenziamento strutturale dei servizi pubblici di supporto e di prevenzione, anche nelle scuole e nelle università, per ridurre l'incidenza di questi disturbi e migliorare la qualità di vita delle nuove generazioni. Metà delle regioni italiane non dispone di un sistema di cura completo. I centri censiti sono pochissimi e la loro distribuzione è estremamente disomogenea, con liste d'attesa sempre più lunghe." "Dietro ogni numero c'è un volto, un nome, una storia di sofferenza silenziosa. Troppi giovani avvertono questo isolamento che amplifica il loro dolore. Abbiamo il dovere di costruire una rete pubblica di aiuto e ascolto solida e accessibile. Nessuno di loro deve essere lasciato solo o combattere nel silenzio e nell'ombra", conclude la presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani. (ANSA).

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