I Berliner Philharmoniker e Muti inaugurano Bologna Festival

Il 2 maggio al PalaDozza il concerto di beneficenza

(ANSA) - BOLOGNA, 28 APR - L'ultima volta che avevano suonato a Bologna era stato il 2 maggio del 1951 con Wilhelm Furtwängler sul podio: 74 anni dopo, ancora il 2 maggio, i Berliner Philharmoniker, l'orchestra più celebrata sulla scena internazionale, tornano a esibirsi nel capoluogo emiliano con la bacchetta prestigiosa di Riccardo Muti per l'apertura del 44esimo Bologna Festival. Un concerto attesissimo, preceduto solo da quello a Bari del giorno prima, che Bologna Festival, grazie al mecenatismo di Francesco Bernardi, il fondatore di Illumia, ha deciso di destinare in beneficenza: i circa 200.000 euro che si calcola verranno ricavati saranno devoluti ad ANT, Fondazione Policlinico Sant'Orsola e Associazione La Mongolfiera Odv. Per questo è stato scelto il luogo insolito (già altre volte utilizzato dal festival bolognese) del PalaDozza, capace di contenere circa 4000 spettatori, e accontentare così le numerosissime richieste. Grande arte e impegno sociale, dunque, hanno convinto l'orchestra berlines ad impegnarsi insieme a Bologna Festival per garantire un'acustica impeccabile in un luogo solitamente destinato allo sport o ai concerti di musica rock e pop e che in questa occasione verrà dotato di una apposita camera acustica capace rendere l'ascolto il più possibile simile a quello delle sale da concerto. Per questa mini tournée italiana, Riccardo Muti ha scelto un programma che alla tradizione italiana accosta quella tedesca tra Rossini, Verdi e Brahms: in apertura di serata la celeberrima SInfonia dal Guglielmo Tell seguita dai ballabili del atto terzo de I vespri siciliani conosciuti anche col nome "Le quattro stagioni". La Sinfonia N.2 in re maggiore Op.73 di Johannes Brahms concluderà la serata. "Il sostegno di Illumia è stato determinante per la realizzazione di questo concerto - commenta la sovrintendente di Bologna Festival, Maddalena Da Lisca - al quale l'azienda ha voluto dare una forte valenza sociale, accanto a quella culturale così eclatante e straordinaria. Si tratta di una convergenza della quale siamo profondamente riconoscenti a Illumia e agli stessi Berliner che hanno accolto l'idea di esibirsi nel grande spazio del Paladozza". "Quando Bologna Festival ci ha parlato di questo progetto che celebra l'incontro fra fra un grande maestro italiano e una sublime orchestra tedesca, - ha aggiunto Francesco Bernardi - ho pensato a un altro incontro, quello cioè di unire le due anime che guidano il mecenatismo di Illumia: la carità e la cultura. La prima ci ricorda come l'uomo nasce imperfetto e bisognoso, egli è dunque sempre per natura un mendicante. Mentre la cultura, e in particolare l'arte che di essa è il motore, rende percepibile quel mistero a cui gli uomini di tutti i tempi hanno sempre chiesto aiuto". Ecco perché Illumia sostiene iniziative caritatevoli e culturali". (ANSA).

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