'Minacce a genitori del killer', chiesto processo a porte chiuse

Il no del giudice, Manuel fu ucciso a ottobre nel Milanese

(ANSA) - MILANO, 14 APR - I genitori di Daniele Rezza, il 20enne reo confesso dell'omicidio di Manuel Mastrapasqua, ucciso con una coltellata in strada a Rozzano, nel Milanese, lo scorso ottobre per un paio di cuffie wireless da pochi euro, "sono stati minacciati". Lo ha detto in aula durante la prima udienza davanti alla Corte di Assise di Milano il difensore del giovane, spiegando che le intimidazioni sono avvenute in seguito a un post pubblicato "su una chat pubblica" dalla sorella della vittima Marika, nel quale "ha scritto 'nessuna pietà'" per Rezza. Un post che, come ha sottolineato l'avvocato di parte civile Roberta Minotti che assiste la madre, la sorella e il fratello di Manuel, "è stato immediatamente revocato". Il legale ha chiesto che il processo sia celebrato a porte chiuse, istanza respinta dalla Corte presieduta dalla giudice Antonella Bertoja la quale, non autorizzando la presenza di telecamere in aula, ha spiegato che "allo stato" il "clima" non è "concretamente pericoloso per l'imputato e i genitori. Se dovessero esserci - ha detto -, anche tramite social, manifestazioni di intemperanza o minacce, il procedimento procederà a porte chiuse". La difesa ha poi chiesto di acquisire tutti gli atti, rinunciando a presentare la propria lista testi. Una mossa che ridurrà i tempi del processo e che potrebbe contribuire al riconoscimento delle attenuanti generiche per Rezza, accusato di omicidio volontario aggravato anche dai futili motivi e di rapina impropria aggravata. Il ragazzo rischia in ogni caso l'ergastolo. La discussione delle parti è stata fissata per il prossimo 2 luglio, mentre l'11 giugno dovrebbero essere sentiti, oltre a un operante di pg, i tre testimoni della parte civile: due amici di Manuel e il pastore della chiesa evangelica che il ragazzo frequentava. (ANSA).

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