Morto bloccato da vigilantes, i familiari in udienza a Milano

(ANSA) - MILANO, 21 FEB - Erano presenti in udienza e sono stati ammessi come parti civili i familiari di Giovanni Sala, 34 anni, morto nella notte tra il 19 e il 20 agosto 2023 davanti alla sede di Sky a Rogoredo, alla periferia sud di Milano, dopo un intervento di due guardie giurate, imputate per omicidio preterintenzionale. Oggi si è aperta l'udienza preliminare, davanti alla gup Patrizia Nobile, che dovrà decidere sulla richiesta di processo per quell'imputazione formulata dal pm Alessandro Gobbis. Secondo la ricostruzione degli inquirenti nelle indagini della Squadra mobile, quella notte Sala era "in evidente stato di alterazione" e morì per arresto cardiaco, dopo essere stato anche tenuto a terra dai vigilantes con un ginocchio sulla sua schiena per poco più di un minuto. La Procura, dopo gli accertamenti, aveva modificato l'accusa da omicidio colposo a preterintenzionale. Per il pm, in quell'azione nei confronti di Sala, i due diedero "sfogo ad istinti violenti e inutilmente prevaricatori". L'uomo, che aveva assunto alcol e droga, fu immobilizzato in modo violento, quando non c'era "alcuna necessità di tutelare persone o cose da pericoli concreti". Sala, scrive il pm, urlava frasi sconnesse come "mi stanno inseguendo, chiamare police". Le due guardie giurate sono difese dagli avvocati Camilla Urso e Sandro Clementi. Come parti civili, rappresentate dagli avvocati Andrea Orabona e Giulia Piva, sono stati ammessi oggi i genitori, il fratello e gli zii del 34enne, che chiedono verità e giustizia. Sempre su richiesta dei legali è stata citata come responsabile civile la società Italpol Vigilanza, per la quale gli imputati lavoravano. Nella prossima udienza, il 25 marzo, ci sarà la discussione delle parti. In caso di rinvio a giudizio per omicidio preterintenzionale il processo si terrà in Corte d'Assise. (ANSA).
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova