Sciopero Anm: Barelli Innocenti, schiena dritta contro bugie
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(ANSA) - TORINO, 27 FEB - "Bisogna avere la schiena dritta. Non ci piegheremo alle bugie. La nostra non è una battaglia di retroguardia: i cambiamenti non producono sempre effetti positivi, e a volte essere conservativi significa essere progressisti. Con il pensiero rivolto al futuro e alle generazioni che verranno dopo la nostra". Lo ha detto presidente della Corte di Appello di Torino, Edoardo Barelli Innocenti, durante l'assemblea pubblica delle toghe convocata nel Palazzo di giustizia del capoluogo piemontese in occasione dello sciopero dell'Anm. L'intervento è stato accolto da una standing ovation dalle centinaia di persone presenti nella maxi aula. "Io - ha sottolineato Barelli Innocenti, che ha indossato una coccarda tricolore - sono qui come magistrato, e non come presidente di Corte d'appello, per scioperare convintamente. Non sono un sabotatore: la legge è la legge, e io la applico. Ma ho il diritto di dire delle cose. Se il pm non solo è separato dal giudice ma viene posto sotto il potere esecutivo, sarà meno libero lui e sarà meno libero il giudice. Dobbiamo dire 'no' anche se saremo sconfitti: il nostro 'no' deve rimanere negli atti della storia". Nel corso dell'assemblea è stato ribadito in diverse occasioni che tra giudici e pm non esistono forme sotterranee di complicità da combattere con la separazione delle carriere. Il giudice Andrea Natale ha raccolto applausi e risate quando ha dedicato una battuta a Mario Bendoni, presidente dell'Anm del Piemonte e pubblico ministero in servizio in procura: "Sapete quanti dei suoi imputati ho assolto? Parecchi. Io non sono succubo della volontà del perfido pm Bendoni". "Sono stato giudice per tanti anni - ha aggiunto Marco Gianoglio, procuratore aggiunto a Torino - e adesso è da tanti anni che faccio il pubblico ministero. Tutte le volte che ho affrontato un caso, quale che fosse la mia funzione, mi sono sempre posto un unico problema: dove è la verità? Non credo che separare le carriere cambierebbe qualcosa". "Aderisco allo sciopero - ha detto - Lucia Musti, procuratore generale del Piemonte - e se non firmo la relativa scheda è solo perché il mio ruolo apicale non me lo consente. Le nostre posizioni, quelle dei giudici e quelle dei pubblici ministeri, sono unite e combacianti". Musti, parlando dei progetti di riforma, ha denunciato "l'attacco gravissimo rivolto ai magistrati non dalla mafia o dal terrorismo, ma da una legge dello Stato". Dopo l'assemblea i partecipanti all'iniziativa si sono sistemati all'ingresso del Palazzo di giustizia, dove sono stati letti pubblicamente alcuni articoli della Costituzione. (ANSA).
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