Tar Piemonte, in crisi per inottemperanze pubblica istruzione

Sulla 'carta del docente' 887 ricorsi

(ANSA) - TORINO, 04 MAR - Il Tar del Piemonte è in difficoltà perché gli uffici della pubblica istruzione non rispettano le sentenze sulla 'carta del docente' e non indennizzano gli insegnanti. L'allarme è stato lanciato dal presidente del tribunale, Raffaele Prosperi, il quale ha comunque sottolineato che, escludendo questa "criticità", non ha ragione di "lamentarsi troppo". I tribunali del lavoro hanno già dato ragione ai professori, i quali però devono rivolgersi al Tar per l'"ottemperanza del giudicato", vale a dire per ordinare agli uffici competenti di pagare le somme dovute (circa 500 euro per anno). Questi nuovi ricorsi sono 887 e vanno ad aggiungersi agli altri (in totale le pendenze alla fine del 2024 sono 2.855). La situazione secondo Prosperi sta creando "innumerevoli problemi alla terza sezione del Tar piemontese, che se ne trova in carico un numero palesemente non affrontabile in tempi brevi, tanto da dover auspicare un intervento legislativo". Il presidente parla di "disfunzioni a catena: uffici dell'Istruzione che non corrispondono le somme dovute per la carta del docente, gli insegnanti che agiscono davanti al tribunale ordinario del lavoro, le cui sentenze non vengono eseguite in massa dall'amministrazione, gli insegnanti che devono promuovere il giudizio di ottemperanza dinanzi a noi". Secondo il presidente serve "una presa di coscienza, che può essere una diversa formazione delle voci retributive all'interno del contratto di lavoro nazionale degli insegnanti oppure un provvedimento normativo che risolva la questione una volta per tutte". "È un abominio che lo Stato non esegua le sentenze dello Stato". Lo ha detto l'avvocato Paolo Berti, oggi a Torino all'inaugurazione dell'anno giudiziario del Tar piemontese. "Viviamo ancora nel paese dei diritti? Ho qualche dubbio", ha aggiunto. "Sulla questione - ha detto Bruno Prinzivalli, dell'Avvocatura distrettuale dello Stato - abbiamo già avuto una interlocuzione con il ministero. Siamo la sede dell'Avvocatura più colpita da questo genere di cause in Italia. Basti dire che a Milano sono 600 mentre da noi superano le 800. Ma questo significa che la giustizia in Piemonte lavora bene e con intensità. Se poi il giudizio di ottemperanza sia lo strumento più adatto per chiudere questo contenzioso, ho i miei dubbi" (ANSA).

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