We Are The World, i 40 anni del brano che cambiò il mondo

(di Alessandra Baldini) (ANSA) - NEW YORK, 04 MAR - Il 7 marzo di 40 anni uscì con Columbia Records una canzone che cambiò il mondo: compie quattro decenni il track We Are the World registrato per Usa for Africa dai più grandi artisti del tempo tra cui Michael Jackson, Lionel Richie, Bruce Springsteen, Tina Turner, Bob Dylan e molti altri. Raccogliere fondi per combattere la fame in Africa era l'obiettivo che si era prefisso Harry Belafonte quando, aiutato da Quincy Jones, aveva riunito il 28 gennaio, e dunque poco più di un mese prima, un incredibile gruppo di 46 talenti chiudendoli per una intera notte in sala di registrazione quando tutti erano già esausti per aver partecipato poco prima alla serata degli American Music Awards. Lionel Richie e Michael Jackson avevano scritto il testo del brano lavorando la settimana prima a Hayvenhurst, la casa di famiglia dei Jackson a Encino in California. "Lasciate l'ego fuori dalla porta", era stato il motto di Jones affisso all'ingresso degli Studi A&M di Los Angeles per invitare le star a evitare rivalità. Ce n'era ben donde: a We Are The World, il brano di quasi cinque minuti nato a scopo benefico per combattere la fame in Etiopia, parteciparono, tra gli altri, anche Stevie Wonder, Tina Turner, Dylan, Springsteen, Ray Charles, Diana Ross, Billy Joel, Cyndi Lauper, Dionne Warwick, Paul Simon, Willie Nelson, Bette Midler, Steve Perry, Kenny Rogers. Lo straordinario evento musicale è stato raccontato l'anno scorso nel documentario La Notte Che Ha Cambiato il Pop di Bao Nguyen, presentato al Sundance Film Festival 2024, per poi approdare globalmente su Netflix. L'idea iniziale era stata di fare il bis di Do They Know It's Christmas, il track lanciato in Gran Bretagna da Bob Geldof e Band Aid contro la carestia nel Corno d'Africa. We Are The Wold vendette inizialmente oltre 20 milioni di copie, diventando uno dei singoli più venduti di tutti i tempi. La canzone raggiunse il primo posto nelle classifiche di diversi paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Italia e vinse 4 Grammy Award, tra cui Song of the Year e Registrazione dell'anno. Grazie poi all'album, al video e al merchandising, gli incassi benefici furono di oltre 80 miliardi di dollari. Dal documentario emergono mille curiosità. Cyndi Lauper inizialmente era preoccupata che il suo stile vocale potesse rovinare il brano, ma il suo contributo è diventato uno dei momenti più iconici della canzone. Bob Dylan sembrava spaesato, ma fu aiutato da Stevie Wonder a trovare il giusto tono con tanto di imitazione del suo modo di cantare. Altri momenti inediti e personali: Diana Ross chiese l'autografo sul suo spartito a Daryl Hall. Prince, invitato a partecipare, si rifiutò nonostante ci fosse l'amica Sheila E, convinta oggi di essere stata invitata solo per cercare di avere là anche il rocker di Minneapolis che poi però donò un track esclusivo all'album We Are the World 4 the Tears in Your Eyes. (ANSA).
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