Mission cancer, obiettivo salvare tre milioni di vite
Chi ci è passato, e sono davvero tanti, sa che il tumore è un male in movimento, muta costantemente. Stessa cosa per le terapie, in continua evoluzione, specie negli ultimi tempi, grazie ai progressi della genetica che fornisce indicazioni sempre più precise sulla natura di ogni singolo tumore e permette una controffensiva “micrometrica”.
Altamente sconsigliato, perciò, restare passivi ad aspettare i mutamenti della malattia. Occorre invece informarsi a fondo, meglio ancora in chiave preventiva. Tutte cose che medici e ricercatori sanno bene, soprattutto in Italia: l’ultimo rapporto sullo stato di salute dell’Unione Europea ci colloca al primo posto nella capacità di combattere i tumori. Se in Europa la media degli individui che vivono a 5 anni dalla diagnosi è del 57 per cento, l’Italia vanta un 63 per cento che significa migliaia di vite umane salvate.
Inutile aggiungere che il Veneto è tra le regioni all’avanguardia in questa battaglia, numerose punte di diamante fanno da riferimento alla ricca rete nazionale di strutture oncologiche. In questa escalation di nuove e sofisticate terapie qualcuno si è reso conto che molti dei nuovi protocolli sono sconosciuti alla gran parte degli italiani, soprattutto nelle zone più periferiche. Il tumore, invece, colpisce indistintamente ed è quanto mai urgente spiegare ai nostri connazionali che una diagnosi infausta oggi non corrisponde a una condanna senza appello ma può essere affrontata con estrema efficacia, sempre che si sappia come reagire e a chi rivolgersi.
L’Istituto Oncologico Veneto, una delle eccellenze nel campo, baluardo della rete Alleanza contro il cancro insieme ad altre 26 strutture, ha individuato questo deficit prendendo alla lettera il mandato di “portare al letto del paziente” le innovazioni diagnostiche e le più avanzate procedure terapeutiche.
E’ nata così Mission Cancer, la grande battaglia contro i tumori dell’Unione Europea, nel quadro di quello che forse è il più impellente dei cinque obiettivi di Horizon Europe. Operazione che Giuseppe Opocher, direttore Scientifico dell’Istituto Oncologico Veneto IRCCS, ha tradotto in termini “visionari” non solo per l’originalità dell’approccio ma perché uno degli aspetti più riusciti e curiosi dell’operazione della campagna Iov fa leva proprio sulle immagini grazie a vere e proprie vignette e, nell’immediato futuro, a videoclip. Le strisce equiparano la ricerca scientifica a un labirinto dove anche la stradina più angusta, se compresa, può far raggiungere l’uscita, spiegano attraverso il parallelismo con l’orchestra perché si forma un tumore, utilizzano l’immagine del grattacielo per spiegare che il corpo umano è composto da tante piccole unità per cui, nel caso se ne guasti una, non significa che l’intero edificio crolli di schianto.
Il debutto di Mission Cancer è già avvenuto nei mesi passati, balzato alla cronaca di recente con l’evento streaming del 26 novembre, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea e la partecipazione di Rosario Rizzuto, Rettore dell’Università degli Studi di Padova e Antonella Viola, Direttore Scientifico dell’Istituto Ricerca Pediatrica di Padova. Il convegno ha di fatto iscritto lo Iov alla battaglia europea per salvare tre milioni di vite umane entro il 2030. Un impegno serrato che non si traduce, ovviamente, solo sul piano della comunicazione. Lo spiega bene il direttore generale dello IOV, Giorgio Roberti: “L’incontro promosso da Mission Board for Cancer è un’occasione importante per fare sinergia e mettere in rete il nostro sapere scientifico. In ricerca e innovazione lo scambio di protocolli e risultati diventa fondamentale per definire la strategia di azione nella lotta contro il cancro. Horizon Europe 2021-2027 e la Cancer Mission rappresentano per il nostro Istituto, e per tutta la sanità veneta, una grande opportunità”.
Tanto per far capire l’entità del progetto, il Mission Board for Cancer è stato nominato, nell’ambito delle attività di preparatorie all’Horizon Europe, il programma più ambizioso finora finanziato per la ricerca e l’innovazione, che mira a promuovere l’eccellenza europea negli ambiti scientifici e tecnologici di tutti i Paesi dell'UE. Lo si deduce anche dalle parole di Marco Falzetti, direttore di APRE: "Una partecipazione nazionale, convinta e decisa alle future missioni è un’opportunità che il Sistema Paese non può disattendere. Quando questo si riferisce a uno sforzo comune europeo sulla questione cancro, ciò diventa imperativo”.
Evidente la soddisfazione dell’anima del progetto, Giuseppe Opocher: "La sfida lanciata da Mission cancer riguarda tutti noi. E' giusto porre attenzione su nuovi farmaci e cure, ma gli aspetti che riguardano la prevenzione richiedono altrettanti investimenti perché racchiudono grandi potenzialità. La nostra esperienza e anche il nostro approccio alla comunicazione laica, ci esorta a lavorare sull'educazione ai pazienti, perché tutti abbiano lo stesso accesso ai grandi progressi della medicina".
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