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Neutralizzare i superpoteri delle metastasi: contro il cancro, un innovativo progetto di ricerca in Veneto

Dal 1965 Fondazione AIRC finanzia progetti di ricerca anche grazie al contributo di tutti i cittadini che decidono di donare il 5 per mille. Sostenendo gli scienziati e le scienziate della propria Regione

Prevenzione, diagnosi precoce, trattamenti avanzati. La lotta contro il cancro è fatta innanzi tutto di ricerca. Di scienziati e medici che ogni giorno lavorano per rendere curabili i tumori, sviluppare nuove terapie e per semplificare le diagnosi negli stadi iniziali della malattia, quando ci sono più chance di trattarla con successo. Il loro impegno salva ogni anno migliaia di vite, ma necessita di tempo e risorse economiche, per affrontare quella che è ancora, per molti versi, un'emergenza: solamente nel 2022, infatti, le nuove diagnosi di tumore in Italia sono state 390mila, in aumento di 14.100 casi rispetto al 2020. Da oltre cinquant'anni, la Fondazione AIRC è al fianco degli scienziati e delle scienziate che affrontano quotidianamente la sfida contro i tumori. Per il 2023, Fondazione AIRC ha messo a disposizione della ricerca sul cancro oltre 137 milioni di euro, anche grazie alla solidarietà di tantissimi italiani che decidono di donare a questa causo il 5x1000: solo nel 2022 il loro sforzo ha fornito più di 80 milioni di euro, che AIRC ha destinato a circa 500 progetti individuali, che permettono di sostenere in maniera capillare la ricerca oncologica su tutto il territorio nazionale, e a 21 programmi speciali dedicati allo studio della malattia metastatica e a promuovere lo sviluppo di reti sovranazionali.

Destinare il cinque per mille ad AIRC è facile, non ha alcun costo per il contribuente, perché è una parte di tasse che si sceglie di donare alla ricerca, e rende possibile finanziare la sfida al cancro nella propria regione, portando così la ricerca più vicino al donatore. In Veneto, ad esempio, l'Università di Padova coordina un innovativo “Programma di studio delle metastasi”, a cui partecipano 17 unità di ricerca dislocate su tutta la penisola, per fare luce sui meccanismi che promuovono la disseminazione e la crescita delle cellule tumorali. Il programma – che AIRC finanzia con oltre due milioni di euro annui – si concentra in particolare sulle metastasi del cancro alla mammella, e punta ad affrontare il problema da un nuovo punto di vista.

“Noi studiamo la metastasi come il prodotto di un dialogo distopico tra cellule tumorali, e le altre cellule sane che compongono il tessuto in cui si impiantano”, spiega Stefano Piccolo, dell’Università di Padova e dell’IFOM, l’Istituto di Oncologia Molecolare di Fondazione AIRC, responsabile di questo programma innovativo di ricerca. “Il tessuto della metastasi è un tessuto complesso, con delle proprie dinamiche, cellule che si parlano e convergono a creare lo stato di malattia. Il nostro scopo è entrare in questo dialogo, e riuscire a neutralizzare i meccanismi che promuovono la diffusione delle cellule tumorali”.

Per neutralizzare i “superpoteri” delle metastasi, capaci di crescere in un ambiente molto diverso da quello da cui hanno avuto origine e di sfuggire all'azione del sistema immunitario e dei farmaci chemioterapici, il gruppo coordinato da Piccolo vuole sviluppare una nuova biologia, una biologia che tenga conto non solo delle cellule e dei segnali chimici che si scambiano tra loro, ma anche degli aspetti meccanici e fisici che condizionano il loro comportamento. “Il tumore è una struttura fisicamente distante dal tessuto sano. È una struttura rigida, dura, un corpo estraneo – spiega – tanto più il tumore è grave, tanto più la sua struttura fisica è anomala. Questa struttura invia segnali che contribuiscono alla progressione del tumore. Quello che noi vogliamo fare è interpretarli, e sfruttare queste conoscenze per trovare nuove strategie per neutralizzare le metastasi”.

L'argomento sembra estremamente teorico, ma sta già avendo interessanti ricadute cliniche. Gli stimoli meccanici sono infatti un aspetto importante per conferire alle metastasi la capacità di sfuggire all'azione del sistema immunitario. Il team di cui Piccolo è portavoce ha scoperto che inattivando una delle molecole responsabili del controllo meccanico dei tessuti metastatici, conosciuta come ATR, le cellule tumorali iniziano ad emettere un segnale infiammatorio, che le rende riconoscibili e attaccabili dalle difese del nostro organismo. La scoperta sta venendo testata in uno studio clinico, che potrebbe presto dare risultati concreti per moltissimi pazienti.

Un altro progetto finanziato da AIRC a Padova è SHOwME-OVC, o Spatiotemporal HeterOgeneity in Multicellular Ecosystems of OVarian Cancer at single-cell resolution. Un programma di ricerca che ha come protagonista Enrica Calura, del Dipartimento di Biologia dell'Università di Padova, e che punta a studiare il tumore all’ovaio, uno dei tumori femminili a più alta mortalità, attraverso l’uso di metodiche di biologia computazionale. Lo scopo di Calura è quello di ricostruire la “carta d’identità” delle diverse popolazioni cellulari che compongono il tumore e il microambiente che lo circonda prima e dopo i trattamenti, per identificare le cellule capaci di sfuggire ai trattamenti e le strategie che mettono in atto per riuscirci.

Sostenere simili progetti di ricerca nella tua regione è facilissimo: basta donare il cinque per mille ad AIRC, andando sul sito della Fondazione, scaricando il fac-simile del Modello Fiscale 2022 e impostando un promemoria (con Sms gratuito o email) per il proprio commercialista, con il codice fiscale AIRC da inserire nella dichiarazione dei redditi.

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