A Vicenza raro intervento di neurochirurgia su una neonata di 2 giorni

La piccola è nata con spina bifida aperta ed è stata operata da equipe multidisciplinare

Un reparto di terapia intensiva neonatale (Foto d'archivio)
Un reparto di terapia intensiva neonatale (Foto d'archivio)

Francesca (nome di fantasia) è venuta alla luce all'ospedale San Bortolo di Vicenza dopo sole 31 settimane di gravidanza: la prematurità era solo una delle sfide che si è trovata subito ad affrontare. È nata infatti affetta da una malformazione denominata mielomeningocele, una tipologia di spina bifida aperta particolarmente grave in quanto determina la mancata chiusura della colonna vertebrale e dei tessuti muscolari e cutanei nella parte inferiore della schiena, con l'esposizione del midollo spinale. Ciò comporta innanzitutto un elevato rischio infettivo (meningite) con conseguente necessità di eseguire una rapida riparazione del difetto, oltre a possibili conseguenze neurologiche a lungo termine come deficit motori e/o deficit sfinterici.

Inoltre,la paziente è nata anche affetta da idrocefalo, patologia spesso associata al mielomeningocele che consiste in un accumulo di liquor nei ventricoli cerebrali e che se non trattata può provocare a propria volta gravi conseguenze a livello motorio e cognitivo. Così, appena due giorni dopo la nascita, la piccola paziente è stata sottoposta ad un raro e complesso intervento di Neurochirurgia, durato oltre 4 ore, durante il quale è stata riparata la parte terminale (più bassa) del midollo spinale, isolata e liberata con tecnica microchirurgica dai tessuti malformati e ricostruita la membrana che racchiude il midollo spinale.

Nella stessa seduta operatoria, inoltre, i neurochirurghi hanno trattato anche l'idrocefalo, tramite l'applicazione di una derivazione ventricolo-peritoneale per controllare la pressione nel cervello e permettere il drenaggio del liquor in eccesso. «È stato un grande lavoro di equipe - sottolinea il dottor Lorenzo Alvaro, direttore facente funzione della Neurochirurgia dell'ospedale di Vicenza -, a partire dal servizio di Diagnosi Prenatale che ha individuato la patologia durante la gravidanza. Molto importante inoltre è stato anche il ruolo dei chirurghi plastici, così come dei colleghi della Chirurgia Pediatria, che ci hanno supportato nell'installazione della derivazione peritoneale e soprattutto hanno eseguito una serie di iniezioni di ozono per accelerare la guarigione della ferita, così da scongiurare il rischio di infezioni. E poi ancora va sottolineato il contributo dei neurofisiologi, che durante l'intervento hanno verificato la vitalità dei tessuti nervosi su cui andavamo via via ad intervenire, e naturalmente il delicato ruolo svolto nel decorso post operatorio dal personale della Terapia Intensiva Neonatale»

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