In duemila per l’ultimo saluto a Francesco Canella. Don Dante «Apri un Alì anche in Paradiso»

Don  Carraro: «Francesco era un uomo di sostanza, che voleva far crescere la comunità». La moglie Rosella tra le lacrime: «Pensa alla famiglia Alì, ma abbi un occhio anche per me»

Claudio Malfitano
La folla all'uscita del feretro di Francesco Canella
La folla all'uscita del feretro di Francesco Canella

Basilica di Santa Giustina piena in ogni posto venerdì 2 febbraio con più di mille persone all’interno e altrettante rimaste all’esterno per i funerali di Francesco Canella, il “garzone” diventato fondatore di un impero come quello del gruppo Ali, con 117 supermercati e un fatturato di 1,4 miliardi.

L'arrivo del feretro di Canella in Basilica di Santa Giustina a Padova

La bara ricoperta di calle bianche

Il feretro è arrivato poco dopo le 15 e tutta la famiglia, a partire dalla moglie Rosella e dai figli Marco e Gianni, con i fratelli Piero e Settimo e le sorelle Assunta e Agnese, e tutti i nipoti, hanno seguito la bara all’ingresso nella grande basilica in Prato della Valle.

«La sua storia parla da solo: è un uomo che si è fatto da sé. Un esempio dell’imprenditoria veneta», ha detto il presidente della regione Luca Zaia all’ingresso in chiesa.

Il governatore del Veneto Luca Zaia ai funerali di Canella

«Lo immagino ad aprire un Alì in Paradiso»

«Siamo in tanti a esprimere affetto e riconoscenza a Francesco. Dire Francesco è dire Alì, perché lui intendeva questa azienda come una famiglia», ha detto don Dante Carraro, direttore del Cuamm Medici per l’Africa, che ha officiato la funzione religiosa.

Ha aggiunto:  «Era davvero un servo buono e fedele, capace di moltiplicare i suoi talenti e creare valore per la sua comunità, come il Vangelo nella parabola dei talenti. Io me lo vedo che magari aprirà un supermercato Alì anche in Paradiso».

E ancora: «Lo immagino che si presenta da Gesù e dice  “è vero ho fatto tutto questo ma non mi sono interessato solo di affari e commercio”. Me l’ha ripetuto parecchie volte, perché spesso passava per via San Francesco entravano al Cuamm per fare due chiacchiere. Mi ha detto spesso che gli interessava far crescere la comunità, Il suo territorio”.

Don Dante Carraro durante l'omelia di Canella: "Francesco era l'Alì e l'Alì era Francesco"

«Francesco era l’Alì e l’Alì era Francesco»

«Alì migliora la vita per me non è uno slogan, è l’impegno quotidiano che voglio vivere”, mi diceva. Ed è vero: non è uno slogan, era un uomo di sostanza» ha aggiunto don Carraro

I nipoti hanno letto le invocazioni: «Sei stato un grande dono per le nostre vite e per la città, per Ali. Dal cielo caro zio Francesco continua a sostenerci. E che la nostra città di Padova che sappia guardare con coraggio il futuro che ci aspetta ispirata dalla figura di Francesco Canella».

Rosella: «Pensa alla famiglia Alì, ma anche a me»

«Arrivavi a casa e dicevi: sono il parón. Sei stato il mio uomo. Veglia dal cielo la tua grande famiglia Alì, ma abbi un occhio anche per me», ha concluso tra le lacrime la moglie, sorretta dai parenti più stretti e dalle tante persone che l’hanno sostenuta in questi giorni.

La moglie Rosella ricorda il marito tra le lacrime "Pensa alla famiglia Alì, ma anche a me"

Si è chiuso proprio il ricordo della moglie Rosella, dei nipoti, del presidente del Lions Club e dei cugini del Brasile, il funerale di Francesco Canella.

«Nelle tue mani Padre clementissimo consegniamo l’anima del fratello Francesco, confortati dalla speranza che assieme a tutti defunti risorgerà nell’ultimo giorno», ha detto don Dante Carraro «aprigli le porte del Paradiso e a noi dona di consolarci con le parole della Fede».

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